Il commento dell'avvocato Claudia Conidi su sentenze 'rottamate' e parti lese

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images Il commento dell'avvocato Claudia Conidi su sentenze 'rottamate' e parti lese
L'avvocato Maria Claudia Conidi
  03 dicembre 2020 21:16

di CLAUDIA CONIDI

Mi domando: se un giudice corrotto rottama una sentenza assolvendo una persona da un omicidio, mentre era stata condannata in primo grado, e per far ciò dichiara inattendibile il suo accusatore, costui, l’accusatore, non dovrebbe essere considerata parte danneggiata dal reato commesso dal giudice corrotto? Secondo me sì. Secondo il diritto pure.

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Perché chi causa ad altri un danno ingiusto è tenuto a risarcirlo. L’ingiustizia derivante da una valutazione falsata e che può causare seri danni al testimone imputato per giunta, di reato connesso, dovrebbe costituire presupposto  a che il titolare del diritto leso possa costituirsi parte civile per ottenere tale risarcimento in sede penale. Nel giudizio a carico del Giudice Petrini, condannato dall’A.G. Salernitana per corruzione in atti giudiziari ad anni 4  e 4 mesi di reclusione oltre pene accessorie, ciò che ha destato la mia perplessità è che lo stesso sia stato condannato a pagare la somma di 311.000,00 euro al Ministero della Giustizia, considerata unica parte lesa, ovviamente.

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Ma quelli offesi dal dettato 'forzato' della sentenza che, a mio avviso dovrebbe tam quam non esset, dunque essere annullata se ancora non lo fosse stata o oggetto di revisione secondo il codice di rito ,non dovevano comparire quali parti lese dall’operato corrotto del magistrato? Se per giungere a una decisione bisogna rottamare le fonti di prova ,quelle stesse fonti di prova, costituite da fonti dichiarative a tenore per di più collaborativo, non dovevano comparire tra le parti quanto meno danneggiate dal reato gli autori di dette dichiarazioni? Potevano vedersi tutte  revocato un programma di protezione e mandare a passeggio le loro famiglie ,chiedendo  l’elemosina, nel migliore dei casi, se non passare de plano nella black list dei desaparecidos degli ex censiti nel SCP di Roma. Chi le risarcirà? Da quale danno? Dall’essere state additate in una pronuncia come soggetti inattendibili, con tutte le conseguenze del caso?

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Lasciamo stare che poi qualcuno ha provveduto a fermare questo meccanismo che se così non fosse stato chissà quanti altri danneggiati avrebbe potuto provocare in futuro, ammazzando sentenze varie ,ma perché la legge non considera mai gli interessi dei quisque de populo? E mi riferisco ai collaboratori di giustizia, che in quella sentenza rottamata dal giudice corrotto, sono stati dichiarati fonti inadeguate di prova ,per usare un eufemismo e, per dirla in soldoni, mera carta straccia. Mi domando ancora: se in quella sentenza per assolvere il boss di turno fosse stato dichiarato inattendibile un onorevole chiamato a deporre, magari facente parte di una corrente politica influente, sarebbe costui comparso quale parte lesa? Quale risarcimento miliardario avrebbe chiesto quel partito e quel soggetto?

Ma evidentemente questo è un altro codice. Devo aggiornare la mia libreria giuridica. Buona vita e forza Italia!

*avvocato di Cassazione

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