Oggi ha un effetto relativamente meno dirompente rispetto a un anno fa, ma gli 'strascichi' della controversia legale fra Asp di Catanzaro e Sant'Anna Hospital fanno sempre pensare. Per l'ennesima volta la giustizia amministrativa dà ragione alla clinica privata, difesa e rappresentata dall'avvocato Alfredo Gualtieri, e boccia le istanze dell'azienda sanitaria provinciale.
Il Consiglio di Stato ha infatti rigettato la pretesa dell'Asp di annullare la sentenza del TAR Calabria che, il 3 luglio scorso, aveva dichiarato inammissibile il ricorso contro l'annullamento delle famose note interne che nel dicembre 2020 portarono alla temporanea sospensione delle attività dalla casa di cura privata. "Le censure dell’appellante (Asp, ndr), nel difendere la legittimità di questi atti da una statuizione che essa assume come erronea, muovono tutte ancora una volta, anche nel presente contenzioso, dal presupposto che l’odierna appellata non fosse accreditata, nell’anno 2020, per l’erogazione delle prestazioni a carico del S.S.R., ma questo presupposto è palesemente destituito di fondamento", scrive nel dispositivo il collegio composto da Raffaele Greco (Presidente), Massimiliano Noccelli, Raffaello Sestini, Umberto Maiello e Giovanni Tulumello.
Il presupposto da cui si muovono i rilievi dell'Asp è che la struttura, nel 2020, avesse l'accreditamento per svolgere attività sanitarie. Questione, seccamente, censurata dal giudice amministrativo. "E del resto - si legge nel dispositivo- , anche volendo considerare – doverosamente a tutela dell’interesse pubblico – le vicende penali sulle quali tanto insiste l’appellante, da ultimo, anche nella memoria di replica depositata l’11 aprile 2022, questo Consiglio di Stato, sempre nella citata sentenza n. 2773 del 2021, ha rilevato che, a far data dal 1° ottobre 2019, la sospensione dell’U.T.I.C. è stata ufficializzata dalla casa di cura e tale vicenda è confluita nel procedimento di rinnovo dell’accreditamento, ove è stata oggetto di verifiche e prescrizioni, di cui si è successivamente accertato l’adempimento". Il Consiglio di Stato ha condannato l'Asp al pagamento delle spese di giudizio, per un ammontare di 3 mila euro. (g.r.)
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