Un’associazione a delinquere che si dedica allo spaccio di stupefacenti. Con due solo episodi relativi alle armi: viene descritta così l’organizzazione criminale stroncata dall’operazione “All ideas” e che a luglio scorso è stata raggiunta da sentenze di condanna fino a 20 anni (LEGGI QUI).
Sono le dichiarazioni del principale collaboratore di giustizia, Santo Mirarchi, a rappresentare il pilastro del materiale probatorio a sostengo della decisione del giudice Francesca Pizii.
“Marcello Amato si è rifornito da me per la cocaina nel 2006”, dice Mirarchi, che dà i dettagli di come avveniva il commercio: la vendita ai consumatori, tramite Carmine Marcello, gli altri ruoli chiavi come quello di Fabio Buccino.
“Gli Amato acquistavano settimanalmente tra i 50 e i 100 grammi di cocaina che io vendevo al prezzo di 50 euro al grammo”. Poi il canale con San Calogero a Reggio Calabria, fino a girare lo stupefacente negli spacciatori della comunità rom di Germaneto, Pistoia e Catanzaro Lido.
“Durante il periodo del mio arresto, nel 2009, anche il mercato dei rom che era fornito da me era stato occupato da loro” .
Anche le intercettazioni svolgono un ruolo centrale: “Gli indagati, poiché convinti di essere al riparo dal monitoraggio, intrattenevano conversazioni affatto esplicite con riferimento ai reati in materia di stupefacenti, giungendo anche a fornire la chiave interpretativa delle gerarchie interne all’associazione, oltre che un riscontro alle dichiarazioni di Mirarchi”, scrive il magistrato Francesca Pizii.
ed.cor.
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