L'EDITORIALE. Con il loro voto i calabresi responsabili del futuro della regione. Pd alla ricerca affannosa di un candidato presidente "tutto suo"

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Una persona al voto

Il corsivo

  28 ottobre 2019 21:54

di ENZO COSENTINO

Ascolto Di Maio e mi torna in mente un vecchio e saggio adagio: “Meglio soli che in cattiva compagnia”. Il più ministro e meno capo politico del movimento 5Stelle lo ha fatto suo dopo i risultati elettorali in Umbria. Già, l’Umbria diventata l’ombellico della politica italiana! E per chi, se non per il Pd, la pungente battuta. Un’alleanza che il movimento grillino non intende più ripetere nelle altre regioni dove si voterà per le “regionali”. Sconfitta scottante che potrebbe, anzi ha bruciacchiato in parte anche la relazione, affatto sentimentale e neppure tanto politica, quanto interessata che –come sostiene il leader della Lega, Matteo Salvini- per stare con il lato B (leggi chiappe) incollato alle poltrone del potere. Una decisione che tanti esponenti calabresi pentastellati attendevano con ansia covando sempre  in cuor loro un antico disprezzo per i dem,  poi forzatamente messo da canto per il bene(?) della…patria.  Loro non si faranno cogliere comunque impreparati perché basterà un consultazione sulla piattaforma (una specie di “primarie”?) e verrà fuori il nome del candidato presidente per la regione Calabria. Gli aspiranti palesi e meno palesi non mancano certo. Nomi? In pista c’è il deputato Danila Nesci ma torna a circolare anche quello del senatore Nicola Morra. Però resta in piedi l’alternativa civica polarizzata sull’imprenditore Pippo Callipo. Che se fosse rimasta in piedi  la società con il Pd sarebbe stato messo a confronto con il candidato civico indicato dal partito dei dem. In Calabria per la prossima tornata elettorale delle regionali alla politica è vietato –ma chi gli e lo impone questo “verboten” (vietato, nella tedesca lingua che potrebbe sostituire la più parlata: l’inglese)- sbagliare nelle scelte degli uomini e delle donne che dovranno governarla. Saranno i soliti noti? Auspicabile di no ma se è impossibile il rinnovamento allora l’auspicio che si realizzi un autentico mix generazionale. Se possibile fra gente senza macchie!

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Il dato politico preoccupante è che in Calabria è in piena crisi il bipolarismo centrodestra-centrosinistra. Non c’è una sinistra in grado di far valere il suo peso elettorale. Cosa resta ai calabresi? La fuga a destra per abbracciare una Lega rampante e ruspante vista come una panacea per la cattiva politica che ci ha governato. Una Lega che si è imposta con il suo leader Matteo Salvini, l’uomo del Nord che intende conquistare anche il Sud. La parola, appena il governatore Mario Oliverio vorrà, ai calabresi. A tanti calabresi, come tanti sono stati gli umbri (Umbria oramai docet), che andranno alle urne!

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