Il corsivo gialorosso
27 ottobre 2019 22:42di ENZO COSENTINO
La paura di perdere il treno della B in casa giallorossa ora fa davvero novanta. No, è già passato e il Catanzaro è rimasto alla stazione, in sala d’attesa. Più che per la mancata vittoria la squadra si è mortificata per i fischi prolungati. Un amore in crisi!
A volte è il bello del calcio.
Aquilotti giallorossi, quindi, con gli artigli spuntati: non graffiano. E non riescono neppure a volare alti. Che si siano trasformati in timidi passerotti? Le luci artificiali sul “Ceravolo” hanno illuminato più demeriti che miglioramenti sostanziali. Ancora non funziona la bacchetta magica di mister Grassadonia. Un misero punticino casalingo con il Rende, umile ma coraggioso avversario. Ripartenza, quindi, soltanto rimandata. I tifosi più ottimisti dicono: “Ci sarà. Alla prossima”. Quelli supercritici, più scettici: “Squadra debole”. Di gambe o di testa? Bella domanda. Inutile a questo punto una caccia alle… streghe o agli stregoni per farsi dire chi e cosa si è sbagliato. E’ evidente che in questo Catanzaro c’è un vizio di origine. Non tutto è andato per il verso giusto.
Campagna acquisti e partenze forse non troppo “biologica”, ma non mettiamoci in testa che non si è voluto andare oltre il badget per una previsione pessimista della lista delle squadre favorite. Già, per entrare a pieno titolo nel lotto di chi può guardare e puntare alla promozione diretta ci sarebbe voluta la Banca d’America. Allora avanti e Forza Catanzaro?
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