Il corsivo giallorosso. Se le aquile diventano oche addio sogni di gloria

di ENZO COSENTINO

Se le aquile, di colpo, diventano oche di sicuro starnazzano ma non volano. La dimostrazione: la gara al “Ceravolo” del Catanzaro con il Monopoli. Una sconfitta che fa bruciare il cu…ore e in piazza torna il Tribunale del popolo giallorosso. In cinque minuti-quelli di recupero - il dramma per il pareggio si trasforma in tragedia per la sconfitta - beffa che i pugliesi hanno confezionato per la gioia dei loro fans, una sessantina, presenti sugli spalti del settore a loro riservato. Ma i tre punti persi dal Catanzaro con uno avversario che è in competizione per un posto nei playoff avvelenano i sogni dei tifosi di casa. Si, quei sogni che  Fischnaller con il suo quarto gol di stagione legittimava. Solo sette minuti di felicità: al 40° gli avversari puntano i pedi per dire “non cantate vittoria”. Per trenta minuti della ripresa c’è chi sugli spalti grida e applaude ma purtroppo il “reuccio” del gol di casa nostra non si ripete. Poi Grassadonia lo manda negli spogliatoi a far compagnia a Giannone un altro “bombardiere” questa domenica a riposo. Che freddo nelle ossa il gol del pareggio. Grande Di Gennaro in diverse occasione ma sul micidiale pallone di Fella si è arreso. Peccato veniale e collettivo.

Possibile che nei cinque minuti di recupero il Catanzaro abbia perso lucidità? Possibile! Ma perché si è verificato e a soli due minuti dal fischio finale la beffa. E sono arrivati i fischi dagli spalti dei padroni di casa, gli urrà da quelli degli ospiti, e poi si son sentite anche le gridate arrivare dagli spogliatoi. Chi gridava o sgridava? Grassadonia, il patron del Catanzaro, E dire che doveva essere la domenica di festa anche per il ritorno di Corapi in giallorosso.Un velo su questa partita? Proviamo a stenderlo e vediamo cosa succederà a breve scadenza.

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