di ENZO COSENTINO
Scoperto il virus che contamina le “aquile”: è la “pareggite”. Eppure non è inguaribile. Da Genova si poteva e si…doveva tornare a mani piene. E sarebbe stato un bottino meritato se…! Se Pompetti si fosse risparmiato un fallo inutile che gli è valso un secondo “giallo” e via dal campo. O anche se dopo il primo, invece dell’arbitro, a rimandarlo negli spogliatoi sostituendolo, fosse stato mister Caserta. Ma il senno del poi nel calcio vale poco.
E’ sempre lui, Pietro Iemmello, il grande zar in giallorosso. Che spettacolo i suoi tre gol. Tre “a solo” di violino. E per la grande magnifica folla giallorossa, sempre generosamente presente sugli spalti di tutti i campi dove scende il Catanzaro, sarebbe stato un tripudio. Una vittoria come luce…di paradiso. Invece ancora la fioca lucina sul futuro di questa stagione del Catanzaro. Progressi nel gioco? Qualcuno si, certamente.
Senza il miracolo di san Pigliacelli, all’86, neppure il punticino avrebbero incamerato le “aquile”.
Una partita, nel suo valore d’assieme, quella del Catanzaro al “Marassi” di Genova accettabile. Ma nel gioco del calcio il detto antico- chi va piano va sano e va lontano- non regge. Allora aquile, avanti tutta. Finiranno i tempi…cupi. Presto!
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