di CLAUDIA FISCILETTI
Si prospetta un weekend interamente dedicato al maestro Lucio Dalla,quello proposto per il Festival d'Autunno, che è iniziato proprio questo pomeriggio con un incontro in cui è stato proiettato il docu-film di Mario Sesti, "Senza Lucio", nella Biblioteca comunale "Filippo De Nobili" di Catanzaro. Un incontro che si può definire preparatorio in vista dell'ospite eccellente di domani che si esibirà sul palco del Teatro Politeama "Mario Foglietti", Ron, da sempre stato legato a Dalla da una profonda amicizia e che proporrà un concerto omaggio al cantautore bolognese.
E' stata un'occasione, quella di oggi, per celebrare il mito di Dalla ricordando anche la data in cui il maestro si esibì a Catanzaro, proprio al Teatro Politeama, il 6 novembre 2008. Antonietta Santacroce, direttore artistico del Festival d'Autunno, ha raccontato l'impressione personale che ha avuto quando ha incontrato Lucio Dalla al Teatro Petruzzelli: «Una persona molto semplice, opposta all'idea di divo che abbiamo solitamente quando pensiamo alle persone famose, sensibile e alla mano».
Il docu-film di Mario Sesti ha come voce narrante la persona che è stata più vicina a Dalla negli ultimi vent'anni, Marco Alemanno. Attraverso il suo racconto si scopre un lato esclusivo dell'artista, più personale ma mai invadente. La voce di Alemanno non è l'unica che racconta l'uomo e il cantautore Dalla, durante gli 80 minuti si alternano voci di collaboratori e amici tra cui Charles Aznavour, Isabella Rossellini, Paolo Nutini, Renzo Arbore, i fratelli Servillo e l'amica d'infanzia Piera Degli Esposti. Accompagnata da foto inedite, la narrazione fa nascere un senso di nostalgia, mentre viene raccontato l'amore di Dalla per il cinema, per il Sud Italia.
"Per me l'Italia inizia da Roma in giù" diceva sempre, come ricorda Alemanno. E ancora, il suo rapporto con la musica, la sua frenesia di vivere, la sua curiosità e il suo gettarsi con leggerezza verso nuove avventure. E' stata Edvige Vitaliano, giornalista del Quotidiano del Sud, ad introdurre la proiezione, offrendo una chiave di lettura per meglio comprendere il lavoro che ha fatto Sesti.
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