di FRANCESCA FROIO
Noi de La Nuova Calabria amiamo raccontarvi anche di tutti quei talenti che portano alto il nome della nostra terra. Una terra spesso martoriata, ma allo stesso tempo madre di tanti figli che hanno fatto dell’impegno che li lega a un qualcosa, una vera e propria missione di vita.
Protagonista della nostra intervista un giovanissimo e talentuoso direttore d’orchestra, il Maestro Ferdinando Sulla di Crotone. Impegni e ruoli prestigiosi lo portano ad essere spesso fuori regione per lavoro, ma il giovane Maestro porta sempre nel cuore la sua terra. Tra i tanti riconoscimenti ricevuti anche il Premio Giovani Eccellenze conferitogli dal Rotary Club di Crotone lo scorso anno.
Maestro, un cammino fatto di musica quello che lei ha intrapreso giovanissimo. Come nasce questa passione?
"Penso che quella per l’arte non si possa chiamare semplicemente passione, per me è stata sempre una vera e propria vocazione. La scelta di voler intraprendere questo cammino è determinata da qualcosa di poco chiaro anche a me stesso: una sana dose d’incoscienza che ti spinge senza che tu faccia nulla. Ecco… posso dire che l’unica scelta intrapresa in questo senso è stata non oppormi alla “chiamata”, l’ho accolta e accettata semplicemente. Se, invece, ci si vuole riferire a uno dei primi momenti in cui ho avvertito la fascinazione per il mondo dei suoni, posso rievocare il tempo in cui da piccolo cantore della Cappella Musicale del Duomo di Crotone, cercavo in tutti i modi di apprendere i segreti dell’arte musicale attraverso i miei maestri. Da allora non mi sono più fermato!"
Perché la musica classica?
"In realtà ho sempre provato attrazione per tutta la musica di qualità senza distinzione di genere. Purtroppo, o per fortuna, la vita mi ha concesso di poterne coltivare professionalmente solo una parte, e già per quest’ultima non basterà una vita intera per conoscerla e praticarla affondo".
Tra le numerose esperienze artistiche vissute, qualcuna ha segnato particolarmente il suo percorso?
"Ogni esperienza solca il tuo percorso artistico in modo significativo in quanto unica e irripetibile, soprattutto se si tratta di quelle musicali per le quali l’eccezionalità dell’evento sonoro costituisce il suo principio fondante e la distingue, per esempio, dall’arte figurativa: un quadro, una scultura, un affresco, anche se pezzi unici una volta realizzati rimangono tali, salvo la corruttibilità del tempo; invece l’esecuzione di un brano musicale, se si tratta di live performance, non potrà mai essere uguale alla precedente o alla seguente, ma rimane esclusiva".
Diversi i riconoscimenti ottenuti, tra questi anche il “Premio alle Giovani Eccellenze” consegnatogli lo scorso anno dal Rotary club di Crotone, sua città nativa. Quanto è importante secondo lei dare ai giovani talenti conterranei l’opportunità di condividere quanto di meraviglioso si realizzi anche oltre le mura?
"Direi ch’è fondamentale, e non si tratta di vanità! Credo che il rafforzamento del “sé” di un giovane essere umano, e soprattutto di un giovane artista avvenga quando si inizia ad apprezzarlo e a riconoscerlo nell’ambiente che lo ha generato. Nel mio caso, nel ricordo della cerimonia di consegna del premio da lei citato, ho provato come rare volte la sicurezza e la gioia di sentirmi accettato dalla mia gente, dalla mia città. Avverto già l’esigenza di alternare alla condizione di eterno cittadino del mondo la necessità di trovarmi in un luogo che identifico come “casa”, luogo che non può che essere Crotone, la Calabria".
Nel 2019 esordisce sul podio dell’Orchestra G. Verdi di Milano e dell’orchestra e il coro del Maggio Musicale Fiorentino, traguardi importanti che le fanno onore e che ripagano certamente immani sacrifici, ma sappiamo che uno come lei non smette mai di sognare, allora cosa troviamo nei suoi prossimi obiettivi?
"Sono molti i progetti artistici futuri che mi vedranno coinvolto alla guida di compagini orchestrali di respiro nazionale e internazionale, ma di solito, visti anche i tempi attuali, preferisco non anticipare nulla prima della dovuta ufficialità. Inoltre, in qualità di musicologo e ricercatore, porto avanti un importante progetto editoriale per la riscoperta dei lavori sacri giovanili di Gioacchino Rossini, opere in parte ancora inedite e che grazie alla Fondazione Rossini e Casa Editrice Ricordi potranno rivedere presto la luce e quindi rivivere".
L’emergenza sanitaria in corso ci ha mutati profondamente, cambiando le abitudini e la consolidata normalità, anche nel mondo della musica. Numerose le implicazioni che si sono susseguite, tra queste importanti modifiche che vedono coinvolto il rapporto tra artisti e pubblico. Qual è il suo pensiero?
"Lo scorso 15 novembre, in occasione del mio debutto al Rossini Opera Festival di Pesaro, ho personalmente toccato con mano questa situazione surreale. Il nostro concerto è andato in onda in streaming senza pubblico in sala. A mio modesto parere eliminare il pubblico dai teatri è stata una soluzione incomprensibile, quasi censoria, e un simile atto priva le arti performative del loro motivo primo, del loro senso e della loro utilità".
Come immagina l’orchestra post-covid?
"Sarà senz’altro un periodo complesso nel quale bisognerà rimodulare molte consuetudini, ma da idealista spero si possa tornare presto alla normalità. L’augurio che mi rivolgo è quello di ritrovare un Teatro rafforzato dalle difficoltà di un simile periodo, poiché il pericolo che si corre è quello che il mondo della cultura italiana ne esca seriamente piegato in modo irrimediabile, e questo l’Italia non può e non deve permetterselo…"
Facendo invece un salto nel passato … se il piccolo Ferdinando innamorato della musica incontrasse ora Ferdinando il Maestro, l’uomo, c’è qualcosa in particolare che vorrebbe dirgli?
"Sì, di rifare esattamente tutto ciò che ha fatto…"
Un messaggio che vuole dedicare a tutti i giovani di questa terra che coltivano grandi sogni?
"Vorrei dire semplicemente di inseguire le proprie aspirazioni in modo incondizionato e senza remore, sbagliando sempre per conto proprio, perché è così che agiscono le persone che vogliono essere felici".
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