di VITTORIO PIO
Cosa c'è di meglio che ritrovarsi di sera in un parco archeologico per aumentare le possibilità di farne un luogo di incontro e di cultura?
E' l'obiettivo che si pone l'ambizioso Magna Grecia Jazz Fest diretto da Sergio Gimigliano e voluto fortemente dal direttore ad interim della Direzione Regionale Musei Calabria. i primi due appuntamenti a Sibari, hanno registrato un seguito a dir poco entusiasta, grazie alla presenza di Danilo Rea, ormai beniamino di un pubblico trasversale che lo ha applaudito ovunque nel corso di una carriera piena di stelle, non solo con icone del Jazz come Johnny Griffin e Chet Baker, ma anche al fianco di artisti di culto del nostro pop come Gino Paoli e Mina e più di recente con Baglioni e Fiorella Mannoia.
Rea ha presentato in atto unico il suo duttile estro che attinge da un' ispirazione che sembra fluire da ogni dove, perchè nei suoi concerti si passa rapidamente ad omaggiare Fabrizio De Andrè come soffermarsi sull'oro dei Beatles, salvo poi lanciarsi in vorticose improvvisazioni senza trucchi, per restare su livelli sempre godibilissimi.
Un vero colpaccio la sera successiva avere avuto la possibilità di ascoltare anche e a molti anni di distanza dalla sua ultima presenza a Roccella Jonica, sua Maestà Egberto Gismonti, vero gigante della musica contemporanea e non solo per la sua militanza ultra-trentennale con la Ecm, prestigiosissima etichetta bavarese che ha pubblicato alcuni dischi fondamentali per capire la direzione di varie musiche di derivazione "colta". Insieme a Keith Jarrett, ormai ritiratosi a vita privata, uno dei suoi emblemi è certamente questo "mestre" brasiliano profondamente influenzato da Heitor Villa-Lobos come di Nadia Boulanger di cui è stato anche diligente allievo.
Con una discografia che annovera oltre 70 titoli, Gismonti cattura l'essenza più sincera della sua anima brasiliana in un modo talmente originale da risultare un caposcuola. Questo attraverso una visione personale, elaborata da anni di formazione classica in una ricchezza sfavillante di linguaggi musicali, in cui le fondamenta della musica popular brasileira giocano un ruolo imprescindibile.
A Sibari per esempio ha offerto una visione carezzevole di “Retrato em branco e preto”, una meravigliosa composizione di Antonio Carlos Jobim, portata al successo fra gli altri da Chico Buarque e Chet Baker. Abile improvvisatore, Gismonti è un pianista di livello siderale, capace di un'intensità ragguardevole, capace di improvvisare con inesauribile fantasia ed inventiva: il suo slancio conquista e meraviglia anche nelle composizioni originali, in cui tensione creativa e carica vitale si fanno il largo, avvincendo anche lo spettatore più distratto.
Applausi convinti e calorosi hanno accompagnato entrambe le esibizioni da parte di un pubblico entusiasta e partecipe. Per tutte le altre info www.parcosibari.it
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