di ANTONELLA SCALZI
«Regolamenti non rispettati in Consiglio comunale». È la denuncia dell'associazione I Quartieri che punta il dito contro la mancata applicazione della delibera consiliare che prevede la trasmissione in streaming delle video riprese. E il presidente, Alfredo Serrao, annuncia un'istanza imminente, parla di «omertà politica» e boccia le riprese del capoluogo recentemente effettuate con un drone.
Ma il vero bubbone sembra stia scoppiando contro quei consiglieri che al Consiglio non sembrano poi così tanto legati ovvero contro coloro che in aula si distinguono dagli altri per le loro assenze. È un problema bipartisan denunciato dallo stesso Serrao, ma che non è poi di così semplice soluzione.
Regolamento alla mano bisogna calcolare le assenze consecutive, tre, e poi andare a vedere se il consigliere a rischio a decadenza abbia presentato l'agognata giustifica. I consiglieri, insomma, hanno dei doveri ben precisi dai quali non possono di certo sfuggire per pura "svogliatezza". Un modo per aggirare l'ostacolo però c'è perché la decadenza non è affatto automatica.
Il vero problema è rappresentato da una sorta di "eccesso di burocrazia" che, a ben guardare, aiuta i "furbetti". E sì, la decisione è tutta nelle mani della presidenza del Consiglio che deve controllare gli appelli di ogni seduta e le relative giustificazioni prima di chiedere quelle mancanti per iscritto. Una richiesta, questa, che dal consigliere interessato deve essere evasa entro 30 giorni dalla notifica affidata al messo comunale.
E non è finita qui perché la decadenza non è automatica neppure alla scadenza di questi fatidici 30 giorni. Proprio così, da in step in step la palla, a questo punto, passa al Consiglio comunale. La questione, infatti, deve essere formalmente inserita nell'ordine del giorno della successiva seduta e, dunque, passare prima dalla Conferenza dei capigruppo. Altro difficilissimo scoglio: in aula la seduta è pubblica, ma il voto è segreto. Nei fatti, quindi, niente esclude che la pratica si chiuda con un nulla di fatto.
Eppure l'articolo 40 del regolamento che disciplina il Consiglio comunale rappresenta uno spartiacque tra consiglieri ligi al dovere e consiglieri inadempienti. Ecco perché dall'associazione I Quartieri denunciano la questione e mettono nel mirino il presidente del Consiglio comunale, Marco Polimeni e il segretario generale, Vincenzina Sica.
Il sospetto che Catanzaro debba davvero fare i conti con consiglieri eletti, ma svogliati c'è e ora che qualcuno ha sollevato il problema formalmente per iscritto la curiosità è tutta perle prossime mosse della presidenza del Consiglio targata Marco Polimeni. Nessuno più di lui può, infatti, azionare la macchina amministrativa che dovrà districare una matassa politicamente complicata e burocraticamente complessa.
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