Il Museo Civico di Taverna "brilla" di arte contemporanea, un percorso tra le varie sezioni nel "Deposito museale a vista”

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Opere dalla collezione d'arte contemporanea del Museo Civico di Taverna - Francesco Antonio Caporale, Viandanti di luce
  29 aprile 2020 09:31

di CARMINE MUSTARI

Quando tutto sarà solo un brutto ricordo gli avventori che per caso o per scelta mirata si troveranno a Taverna potranno ammirare le opere della nuova sezione di arte contemporanea, in pratica si tratta di un nuovo spazio dedicato alla tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio d’arte contemporanea custodito nel Museo Civico di Taverna, tutto ciò a completamento della programmazione pluriannuale del Museo Civico di Taverna diretto da Giuseppe Valentino ideatore e promulgatore attivo delle iniziative museali tavernesi.

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L’evento, sostenuto dall’amministrazione comunale guidata da Sebastiano Tarantino con la collaborazione della delegata alla Cultura Clementina Amelio. Il nuovo spazio destinato alla tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio d’arte contemporanea pertinente l’istituzione museale di Taverna detiene circa duecento opere selezionate in questa prima esposizione di un attrezzato “Deposito museale a vista”, concepito come parte costitutiva e irrinunciabile alla pari delle opere esposte, dislocato nella sede ospitante anche l’Archivio Storico del Comune di Taverna, che sarà possibile visitare a richiesta o per studi specifici.

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Tra i principali artisti documentati, le numerose donazioni di Lia Drei, Fernanda Fedi, Gino Gini, Francesco Guerrieri, Carmelo Savelli, oltre a quelle di noti Maestri dell’arte contemporanea italiana, quali Vasco Bendini, Mirella Bentivoglio, Carmine Di Ruggiero, Concetto Pozzati, per ricordarne alcuni, oltre alle tante opere degli artisti calabresi presenti nel territorio e appartenenti alle generazioni degli anni 1940-’60. Significativa la dedica dello spazio al sacerdote Don Michele Ionà che fu tra i principali cultori del patrimonio artistico di Taverna, insieme ad Alfonso Frangipane, ne difese l’appartenenza e il recupero, dopo il clamoroso furto delle opere di Mattia Preti avvenuto nell’ormai lontano febbraio 1970.

Una città museo Taverna, lo si può affermare ad alta voce per tutto quello che all’arte si richiama, un patrimonio invidiabile dunque, che a quello del più noto repertorio pretiano affianca centinaia di opere che spaziano nel tempo e nelle tipologie, ogni corrente o filosofia artistica trova riscontro nelle opere contenute nelle varie sezioni, ognuna rappresenta un capitolo a se, il modo più semplice, quando saranno aperti i battenti sarà quello di affidarsi ad un percorso tra le varie sezioni, ce n’è per tutti i gusti, ma anche per chi non è certo appassionato scoprirà un mondo davvero poliedrico e stimolante. 

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