Il paradosso della Riabilitazione extraospedaliera nel Catanzarese: nasce un Comitato di sindaci

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L'ingresso dell'Asp di Catanzaro
  22 ottobre 2024 12:36

di STEFANIA PAPALEO

Le strutture ci sono. I soldi pure. Ma le convenzioni non arrivano. E così la riabilitazione estensiva extraospedaliera resta un'ennesima dolorosissima spina nel fianco della sanità calabrese. Ma solo nella provincia di Catanzaro, dove l'Asp competente fa quadrare i conti in maniera diversa rispetto alle altre Asp territoriali. Ma adesso i sindaci dei Comuni nei quali ricadono le strutture riabilitative interessate hanno deciso di alzare il tiro e bussare forte agli uffici dell'Azienda sanitaria provinciale. E lo faranno attraverso un Comitato nominato ieri e rappresentato dai primi cittadini di Catanzaro (Nicola Fiorita), Soverato (Daniele Vacca), Chiaravalle (Domenico Donato), Lamezia Terme (Paolo Mascaro) e Soveria Mannelli (Michele Chiodo).
LEGGI QUI I NUMERI PREVISTI DALL'ASP

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Riparte da qui, dunque, la battaglia portata avanti nell'interesse dei pazienti che, dopo aver subito importanti patologie, fra cui ictus, severe malattie degenerative e gravi traumi, hanno necessità di essere ricoverati in strutture che offrono le forme di assistenza adeguata, mentre oggi gli ospedali dimettono offrendo un servizio a domicilio che non può essere svolto allo stesso livello delle strutture adibite a ciò. Strutture che, tuttavia, rispetto ai posti letto accreditati, si ritrovano ad averne convenzionati in numero nettamente inferiore, con conseguente dilazione dei tempi di trattamento a tutto discapito del processo riabilitativo e del recupero delle funzioni menomate con conseguenti esiti invalidanti che potrebbero essere evitati o limitati da un immediato approccio riabilitativo. E per chi non può aspettare, resta solo la possibilità di curarsi oltre confine, contribuendo alla cosiddetta migrazione sanitaria che continua a mettere in ginocchio la Calabria.

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Su tutti, vale l'esempio del San Vito Hospital, unica struttura del Distretto socio sanitario di Soverato accreditata per la riabilitazione estensiva a ciclo continuativo ma che, nonostante i 20 posti letto accreditati, dall’ASP ne ha avuto convenzionati soltanto 9, e che da metà novembre, col budget esaurito, rischia di dover fermare l'attività o continuare a operare in regime privato, così come denuncia il sindaco di San Vito Antonio Tito in una lettera inviata al commissario straordinario Battistini al quale chiede di incrementare il budget per questi due mesi, invitandolo anche a valutare la possibilità di ospitare i pazienti di Fondazione  Betania, a cui è stato revocato il servizio di RECC, nella RECC del San Vito Hospital, ad invarianza così di spesa, invitandolo anche a prevedere fin d’ora, nella programmazione aziendale, l’acquisto delle 20 prestazioni ambulatoriali di riabilitazione estensiva in fase di accreditamento.

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Una situazione quasi kafkiana, dunque, quella che si sta perpetrando da diversi anni, utilizzando un criterio poco scientifico ed a scapito dei pazienti, non autorizzando i ricoveri in funzione delle richieste rientranti nel budget assegnato, bensì rispettando una media di 9 pazienti mese, negando in questo modo la possibilità ai pazienti di curarsi perché l’intervento riabilitativo non può essere programmato nel tempo, ma deve essere eseguito con rapidità per diminuire il rischio di stabilizzazione degli esiti, spiegano dal San Vito hospital, dove numerose richieste di ricovero non possono essere accettate, con tanto di proteste dei pazienti riportate anche sulle colonne del nostro giornale (LEGGI QUI).

 

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