







Arte, fede e conoscenza si intrecciano nel progetto “Indagando Mattia Preti”, promosso dalla Diocesi di Catanzaro-Squillace in collaborazione con la Soprintendenza e la Fondazione Carical
29 ottobre 2025 13:03di GUGLIELMO SCOPELLITI
Restituire alla comunità e alla bellezza collettiva uno dei capolavori più significativi del barocco calabrese. È questo l’obiettivo del progetto di restauro del dipinto “Il Patrocinio di Santa Barbara” di Mattia Preti, presentato questa mattina a Palazzo Alemanni, sede della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Catanzaro e Crotone, alla presenza delle principali istituzioni promotrici e sostenitrici dell’iniziativa.
L’intervento, promosso dall’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace attraverso l’Ufficio per i Beni Culturali Ecclesiastici e finanziato dalla Fondazione Carical, è risultato vincitore del bando “Patrimonio da salvare – Cantieri Aperti”, dedicato alla tutela e valorizzazione del patrimonio storico-artistico di Calabria e Basilicata.
La Soprintendente Stefania Argenti ha sottolineato l’importanza della sinergia istituzionale che ha reso possibile il progetto, ringraziando la Fondazione Carical per il sostegno economico e il professor Giuseppe Mantella, ideatore e responsabile del restauro, per l’impegno costante nel promuovere percorsi di tutela e formazione.
“Nulla nasce per caso – ha affermato – bisogna credere in percorsi ambiziosi e questo è uno di quelli che la Soprintendenza ha sostenuto fin dalle origini. È un’iniziativa che si lega al progetto Adotta un quadro e coltiva la bellezza, nato con le scuole di Taverna, e che oggi suggella un cammino di ricerca e passione condivisa”.
Argenti ha poi annunciato la costituzione di un Comitato Scientifico Internazionale che accompagnerà le fasi del restauro, composto da alcuni tra i maggiori esperti di Mattia Preti e di storia dell’arte, tra cui John Spike, Alessandro Cosma, Sante Guido, Riccardo Lattuada, Alexander De Bono e Mauro Francesco La Russa, oltre ai funzionari della Soprintendenza Chiara Giuffrida e Davide Malaspina.
“Abbiamo voluto un confronto di altissimo profilo – ha aggiunto – perché questo non è solo un atto amministrativo, ma una scelta scientifica e culturale che determinerà la restituzione di un’opera straordinaria alla sua piena lettura”.
Un messaggio di profonda ispirazione è giunto da Mons. Claudio Maniago, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, che ha evidenziato il valore spirituale e civile del restauro:
“Lavorare su un bene come questo significa restituire bellezza alla collettività, non a dei proprietari. È un atto che permette a credenti e non credenti di contemplare la grandezza dell’uomo e, per chi crede, il mistero di Dio. Questa è una finestra aperta sulla dignità umana, un segno che la Calabria può e deve essere guardata attraverso ciò che di bello sa esprimere”.
A rimarcare l’impegno concreto della Fondazione Carical è stato il presidente Gianni Pensabene, che ha invitato a far conoscere il restauro come simbolo di rinascita culturale della regione:
“Vorrei che quest’opera diventasse motivo di visita e scoperta, perché la Calabria custodisce tesori che spesso non conosciamo. Il nostro obiettivo è dare visibilità a questi cantieri aperti, rendendo partecipi i cittadini e dimostrando che anche qui si possono realizzare progetti di eccellenza”.
Il maestro restauratore Giuseppe Mantella ha poi sottolineato il valore della condivisione come principio fondante di ogni progetto di tutela e valorizzazione, ricordando come negli ultimi anni in Calabria siano stati aperti dodici cantieri dedicati alla riscoperta del patrimonio artistico regionale, in un percorso che intreccia ricerca, scienza e identità. Un modello di collaborazione, quello tra istituzioni, scuole e diocesi, che ha reso possibile anche la nascita del progetto “Indagando Mattia Preti”, concepito come un laboratorio di conoscenza aperto e condiviso, capace di unire competenze tecniche e sensibilità umana.
“Abbiamo il dovere di trattare le nostre opere identitarie come se fossero Michelangelo o Caravaggio», ha affermato, «perché raccontano chi siamo e da dove veniamo”.
Mantella ha poi raccontato l’esperienza dei giovani coinvolti nell’iniziativa, che hanno reinterpretato la figura del pittore calabrese attraverso un percorso creativo culminato nella realizzazione di quattordici pannelli dedicati al maestro, frutto di un lavoro collettivo che sarà esposto al pubblico per la prima volta. L’obiettivo, ha spiegato, è quello di trasformare il restauro in un’occasione di crescita culturale e civile, portando la storia e la spiritualità di Mattia Preti dentro le scuole, per far conoscere ai ragazzi non solo il valore artistico delle opere, ma anche le radici profonde della loro terra.
Il cantiere di restauro, che sarà aperto al pubblico, offrirà a cittadini, studiosi e studenti la possibilità di assistere da vicino alle fasi di recupero del dipinto, creando un dialogo diretto tra ricerca, arte e territorio. Un’iniziativa che, come ha sottolineato la Soprintendente Argenti, rappresenta “un modello di cooperazione virtuosa tra istituzioni, mondo accademico e comunità, capace di generare conoscenza, cura e consapevolezza del valore della bellezza”.
Segui La Nuova Calabria sui social

Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019
Direttore responsabile: Enzo Cosentino
Direttore editoriale: Stefania Papaleo
Redazione centrale: Vico dell'Onda 5
88100 Catanzaro (CZ)
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Sirinfo Srl
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 3508267797