Il PD attacca Occhiuto: “Forzate le istituzioni nella prima seduta della legislatura”

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  21 novembre 2025 12:54

Il Gruppo consiliare del Partito Democratico denuncia con forza il metodo e le iniziative con cui è iniziata la seconda legislatura Occhiuto. La maggioranza ha vinto le elezioni, ma ciò non le conferisce il diritto di forzare le istituzioni, mortificare la democrazia e procedere senza confronto su decisioni che riguardano il futuro di tutte le calabresi e di tutti i calabresi.

Il Consiglio regionale, convocato con urgenza per approvare pratiche, appunto, urgenti, ha fatto registrare in extremis l’inserimento di temi strategici: la modifica dello Statuto regionale, la revisione della legge sul referendum confermativo e la discussione delle linee programmatiche del Presidente.

Queste ultime sono state rese disponibili ai consiglieri solo la sera precedente rendendo, di fatto, impossibile uno studio approfondito delle stesse. Inoltre, dopo ore di dibattito su un argomento così importante, si è arrivati nella notte all’approvazione della revisione dello Statuto – che porta da 7 a 9 il numero degli assessori e reintroduce le figure di 2 sottosegretari già aboliti nel 2010 – e della nuova legge sul referendum confermativo, che sottrae ai cittadini la possibilità di esprimersi direttamente su scelte istituzionali fondamentali, escludendo dal controllo referendario le revisioni parziali dello Statuto. A nostro avviso, in linea con le procedure istituzionali, le modifiche allo Statuto e la legge sul referendum avrebbero dovuto essere esaminati dalle commissioni consiliari di prossima costituzione. Rinviare queste decisioni di poche settimane avrebbe garantito rispetto delle regole, trasparenza e partecipazione, senza alcun rischio per le tempistiche tecniche. Si è invece scelto di blindare il passaggio in aula, precludendo un confronto approfondito su scelte che ridefiniscono le regole della democrazia regionale.

Le motivazioni, sebbene inconsistenti, sono chiare! La revisione dello Statuto non affronta le vere urgenze della Calabria – lavoro, sanità, servizi, lotta alle disuguaglianze – ma risponde a logiche di potere e di sottogoverno, legate alla spartizione di incarichi tra alleati più o meno contenti, più o meno soddisfatti delle prime nomine. Sull’ampliamento della Giunta, il racconto di una manovra “a bilancio invariato” non solo è fuorviante, ma volutamente ambigua: nuovi ruoli comportano comunque la previsione di risorse e economie, che verranno sottratte ad altre voci di spesa, magari più importanti per i reali bisogni dei cittadini. Il Partito Democratico, al riguardo, ha proposto soluzioni trasparenti e senza costi aggiuntivi, come la figura del Consigliere delegato, già prevista dallo Statuto, per supportare il Presidente nelle numerose deleghe trattenute. Si è scelto invece di “rispolverare” vecchie poltrone, tradendo la promessa di una Calabria moderna ed efficiente.

Crediamo sia giusto impegnarci tutti per dare vita ad un racconto più positivo della Calabria, valorizzando eccellenze, talenti e imprese. Ma non è possibile assistere ad un continuo autocompiacimento nascondendo sotto il tappeto tutto quello che non va e da cui bisogna partire per migliorare. Alcuni dati ci inchiodano, lavoro, reddito, povertà, sanità territoriale, spopolamento e qualità dei servizi, e non basta non dire le cose per non farle accadere, come succede nei racconti per bambini. La domande da porci sono altre: per un calabrese è più importante avere una giunta più numerosa o un medico vicino casa, un autobus che passa, un lavoro dignitoso, una scuola che non cade a pezzi, un ufficio pubblico che “risponde”. Il nostro ruolo è anche questo, fare proposte per un cambiamento reale e fungere da sentinelle affinchè la narrazione non prenda il posto della realtà. Le nuove linee programmatiche del Presidente Occhiuto descrivono una Calabria che pensa di correre verso il 2030. Ad oggi, l’unica vera accelerazione, inutile, è stata quella sul numero di poltrone.


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