“Le manifestazioni del mondo agricolo, in atto in questi giorni in molti paesi europei, stanno assumendo anche connotati anti UE, contro la PAC e le scelte europee sul Green Deal, le cui conseguenze sull’uso dei pesticidi, sul consumo del suolo e sulla rotazione delle colture,rischiano di produrre ulteriori danni economici alle imprese agricole”.
Lo scrive in una nota il Gruppo PD Consiglio regionale della Calabria e il Dipartimento Agricoltura PD Calabria.
“Mentre in Germania, in Francia e Spagna le legittime proteste, strumentalizzate ovunque dalle forze di destra, hanno avuto parziali risposte dai governi nazionali ( in Francia soprattutto), in Italia, il movimento di protesta mostra connotati più nazionali e localistici, che allargano le proteste motivate anche nei confronti degli effetti delle misure adottate dal governo Meloni (con la legge di Bilancio e il decreto mille proroghe.), nelle scelte effettuate dalle singole regioni sull’utilizzo dei fondi comunitari nonchè contestazioni nei confronti delle associazioni agricole, Coldiretti in particolare, accusate di mancata azione sindacale.
Gli agricoltori italiani, per competenza ed attività,devono essere protagonisti attivi e principali nella fase della transizione ecologica e digitale, per consentire la strutturazione di un nuovo modello di sviluppo improntato: sulla qualità dei prodotti, sulla sostenibilitàambientale ed economica del sistema e sulla giustizia sociale.
Occorre, però indirizzare ogni sforzo verso la difesa del comparto agricolo profondamente colpito dalle crisi climatiche ed energetiche esostenerne il processo di transizione come per gli altri settori produttivi del Paese al di fuori dalla logica di provvedimenti meramente di elargizione occasionale come sta avvenendo sul PNRRcon i contratti di filiera.
Pertanto, accompagnare il comparto agricolo verso la sostenibilità economica e sociale prevedendo misure speciali e straordinarie ( con particolare riferimento ad una spinta verso la riorganizzazione dei sistemi di produzione che consenta l’accorciamento della filiera agroalimentare attraverso investimenti che determinino anche la riduzione dell’uso di pesticidi che risultano impattanti per l’ambiente; e di sostegno ai giovani e alle donne al fine di consentire anche il ricambio generazionale) risulta obiettivo fondamentale e irrinunciabile ed è, a tal fine, indispensabile contrastare le scelte del Governo Meloni operate sul comparto agricolo che per l’effetto della mancata proroga delle norme fiscali e tributarie, hanno determinato conseguenze nefaste per l’intero settore.
In particolare:
Occorre evidenziare, ulteriormente, che, fino alla legge di Bilancio 2023, la copertura per l’esenzione Irpef era di 250 milioni di euro all’anno, mentre erano i 60 milioni per la copertura dell’esenzione contributiva per circa 10 mila giovani agricoltori under 40: in tutto 310 milioni di nuovi costi per le imprese agricole che si vanno ad aggiungere ai maggiori oneri per le assicurazioni, le bollette dell’energia, del costo del denaro che per effetto dell’aumento dei tassi di interesse ha reso di fatto impraticabile il ricorso al credito per nuovi investimenti necessari per ripristinare impianti e attrezzature devastate dalle calamità naturali, da agenti patogeni e da insetti che hanno messo in ginocchio interi settori soprattutto frutticoli. Ecco perché abbiamo detto e stigmatizzato il fatto che il Governo abbia messo le mani nelle tasche degli agricoltori.
E’ stato, inoltre, immotivatamente respinto, nel DL Energia, emendamento PD che prevedeva misure finalizzate a includere anche le imprese agricole a forte consumo di energia elettrica nelle misure introdotte per promuovere l’autoproduzione di energia rinnovabile nei settori energivori e che il PD ha anche chiesto, ulteriormente, che venissero valorizzate quelle imprese agricole che svolgono un ruolo importante nel campo della produzione di energie da fonti rinnovabili, e che concorrono in modo rilevante al progetto di transizione ecologica ed energetica e al contrasto al climate change, di inserire nel decreto-legge la produzione di energia elettrica e calorica da fonti agroforestali e fotovoltaiche e di carburanti e prodotti chimici di origine agroforestali mentre è stato respinto l’emendamento che tendeva a individuare con più precisione, anche alla luce dei numerosi impegni che si stanno delineando per le Regioni, la definizione delle aree idonee all’insediamento di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e la necessità di avere dati e supporti indispensabili sia per accelerare lo sviluppo delle rinnovabili, sia per garantire un equilibrato inserimento nel territorio e soprattutto nelle aree agricole.
LE PROPOSTE DEL PD PER IL COMPARTO AGRICOLO NAZIONALE epizoozie
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