di PAOLO CRISTOFARO
E' intervenuto poco fa, ad Otto e mezzo, su La7, ospite di Lilli Gruber, il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, inserendosi nella discussione relativa alla decisione di prorogare le restrizioni dell'emergenza Covid-19 sino a Pasquetta. Gratteri ha evidenziato i pericoli legati alla criminalità organizzata e al controllo dei territori, ricordando quanto le mafie riescano ad approfittare soprattutto degli aspetti economici dell'emergenza per mettere alle strette imprenditori e lavoratori occasionali e per estendere il proprio potere.
"Teniamo conto dei lavoratori i nero o dei lavoratori occasionali. Ma anche degli imprenditori. Le mafie approfittano delle esigenze dei poveri per estendere il controllo sul territorio. Lo Stato rischia di perdere sacche di controllo sul territorio. Perché il mafioso che distribuisce i 100, i 200 o i 300 euro, dalle famiglie bisognose viene visto come un benefattore. E quando si andrà a votare e questi chiederanno il voto, ovviamente saranno riconoscenti", ha spiegato il Procuratore di Catanzaro. "Per questo avevo chiesto anche controlli sulle liste dei beneficiari nei Comuni, perché non fossero singoli sindaci, senza alcuna verifica, a distribuire gli aiuti. Non dev'essere il sindaco mafioso ad usare questi fondi per trovare consenso", ha continuato.
Nicola Gratteri ha avvisato anche circa i problemi consequenziali alla crisi delle imprese bloccate dal Covid-19. "L'obiettivo della 'ndrangheta e della mafia è quello di rilevare le imprese in difficoltà. Lo facevano già prima dell'emergenza. Ora in questa situazione il rischio è ancora maggiore, soprattutto se si considera che gli ultimi ad aprire saranno proprio ristoratori, locali e altre aziende simili", ha detto. Riguardo la sicurezza e la legalità, soprattutto in riferimento alle rivolte nelle carceri, ha dichiarato: "E' impossibile che quelle rivolte siano scoppiate lo stesso giorno alla stessa ora.
Le carceri sono piene di cellulari, l'ho sempre detto. E i detenuti comunicano tra loro e con l'esterno e organizzano". Questo l'allarme lanciato da Gratteri, il quale aveva proposto anche una soluzione. "In una riunione con tutte le Procure d'Italia avevo detto di usare tecnologie per bloccare la linea dei cellulari nelle carceri e isolare i detenuti. Mi è stato chiesto come farebbero gli agenti a comunicare tra loro: ho risposto come facevano trent'anni fa".
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