"Crea rappresenta un cosca che ha fatto il bello ed il cattivo tempo a Rizziconi. Oggi questo risultato premia la popolazione di quell'area, che si è liberata da chi spadroneggiava sul territorio e non consentiva nessuna libertà, né di movimento, né nello svolgimento di attività economiche".
Così il procuratore Bombardieri è entrato nei dettagli della cattura del superlatitante Domenico Crea (Leggi qui). E per il procuratore aggiunto Gaetano Paci "con questa cattura crolla irrimediabilmente il mito della invincibilità che la cosca Crea aveva costruito attorno a sé diffondendo, sulla base di questo mito, una condizione di intimidazione, di permanente assoggettamento del territorio. E' ovvio che la fine di una latitanza segna non la fine delle attività di indagine, ma noi auguriamo l'inizio di una stagione di definitiva chiusura dei 'conti' di questa agguerritissima e potente cosca, per gli efferati episodi di cui si è macchiata, con l'ordinamento e lo Stato Italiano". "Crea, a differenza di quanto aveva fatto il fratello Giuseppe - ha sostenuto Rattà - viveva in una villa molto confortevole, con affaccio sul mare".
A suo avviso, "pur nella diversità c'è un unico filo conduttore, quella di poter esercitare il controllo diretto del suo territorio, pur da una condizione di latitanza. Una latitanza, così come era avvenuto con il padre Teodoro, boss della cosca e il fratello Giuseppe, esibita come prestigio criminale, brandito come elemento per incutere timore alla comunità, fin quando la forza di Polizia non interviene, come è successo a noi questa mattina, ponendo termine al suo stato di latitanza e assicurandolo alla giustizia".
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