Il progetto Gutenberg porta la lettura e l’inclusione nell’istituto penitenziario di Catanzaro

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  22 maggio 2025 13:33

Un incontro che ha parlato di inclusione nell’istituto penitenziario di Catanzaro "Ugo Caridi", quello promosso nell'ambito del progetto Gutenberg tra la scrittrice Irene Spini e i detenuti delle biblioteca coinvolti dall'area educativa nel progetto "Le ali della libertà". Al centro del dibattito il romanzo che Irene Spini ha scritto con Annalisa Strada, "Ci sono anch'io", la storia di un'amicizia tra adolescenti, di scelte improbabili che portano ad imboccare strade sbagliate.

All'incontro, moderato da Daniela Vitale, erano presenti insieme all'autrice, la direttrice del carcere Patrizia Delfino, il presidente del Consiglio comunale di Catanzaro Gianmichele Bosco, l'assessore alle Politiche sociali Nunzio Belcaro e tutte le rappresentanti dell'area educativa con i volontari che si occupano del progetto. "Quest'anno - ha ricordato Patrizia Delfino - ricorre l'anniversario dell'approvazione dell'ordinamento penitenziario e vivere questi momenti è importante. Condividere iniziative culturali, di promozione della lettura, è fondamentale per tutti, soprattutto per in un posto dove la dimensione del tempo ha un significato diverso. Vivere il tempo leggendo ha un valore significativo".

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Dalla società moderna al bullismo, dalle baby gang all'amicizia come valore fondamentale della vita, dalla solitudine alla forza interiore come rivalsa, tante le tematiche affrontate con la scrittrice Irene Spini che ha parlato di "diversità e di giovani lasciati impauriti dagli adulti a credere di non essere abbastanza". Un libro scritto per "tutte le persone che nella vita si sono sentite sole e che non hanno potuto, in qualche modo, condividere alcuni segreti che sono diventati macigni".

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Un'opportunità, quella avvenuta nell'incontro con i detenuti, “utile a costruire ponti - ha sottolineato Bosco - con l'obiettivo di abbattere i soliti pregiudizi diffusi, farlo attraverso la cultura è il punto di partenza che speriamo si possa condividere". "La lettura – ha aggiunto Belcaro - fa crescere insieme, è confronto e in qualche modo rende liberi partendo anche dal raffronto con la propria vita personale". "La società - ha concluso Daniela Vitale - sin da piccoli, ci impedisce di vivere ed apprezzare appieno la bellezza della diversità": un concetto, quello di diversità, che sia i detenuti, sia gli ospiti che gli operatori presenti hanno legato anche ai rischi di un utilizzo distorto del web e dei social media.

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