Riceviamo e riproponiamo un intervento dell'ingegnere Giancarlo Spadanuda pubblicato su La Nuova Calabria nel 2019
di GIANCARLO SPADANUDA
Quando, un giorno lontano, il mitico e mai sufficientemente apprezzato Tony Ferro-Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, mi propose ci collaborare con lui perché si avviassero i “mercoledì culturali” all’interno delle belle sale del Caffè Imperiale, fui entusiasticamente compiaciuto. Il primo mercoledì fu il 27 novembre 1986 (33 anni fa!) - per una strana coincidenza - pare che il Caffè chiuderà fra giorni, cioè il 24 novembre. In quell’occasione Tony ed io annunciammo ad una sparuta platea di infreddoliti clienti, la “provocazione culturale”, l’impatto, l’incontro settimanale con i catanzaresi: si sarebbe ripresa una antica tradizione, colta, della città quando gli intellettuali si incontravano al Caffè Imperiale e discutevano anche di grandi cose (vedi Gissing); dunque noi intendevamo il Caffè come “luogo della memoria”. Si sono avvicendati artisti come il virtuoso Francesco Salime il quale, di ritorno da Parigi, ove aveva studiato l’uso del sassofono si esibì in pubblico - tra le prime volte - proprio al Caffè: ne fummo felici.
E poi altri intellettuali: Giusy Verbaro, Nietta Marchese, Berenice Brutto, il famoso sarto Domenico Mancuso, Luigi Stanizzi, il compianto “Ciaciu", il simpatico Dario Scorza, l’anarchico Angiolino Bressi, e tanti altri di tutte le religioni, arti, mestieri, fede politica. Le poesie ed i brani letterari erano ovviamente appannaggio della sempre brava Adele Fulciniti. Si cantava a volte e si rideva, ma tanto tanto, come ora (non so perché) non si ride più. Il barman Gigi, sempre premuroso, educato.
E poi si presentavano, spontaneamente, suonatori di zampogna, di fisarmonica e di putipù, specie nel periodo natalizio: e tutti a fare il tifo e a battere le mani. Veniva gente da Cosenza e Crotone e dall’hinterland catanzarese. Un questore recitò Prevert tra i tavolini del Caffè. Insomma il Caffè era un luogo di controcultura, di cultura alternativa e moderna, nuova rispetto alla cultura dominante della assonnata Catanzaro. I “mercoledì” durarono-inframezzati a periodi di stasi-per altri 15 anni sino a mercoledì 31 gennaio 2001:al pianobar lo svedese David Stoneback, di passaggio in città.
L’esperienza dei “mercoledì culturali” al caffè Imperiale è stata esaltante; il Caffè può essere visto non solo come luogo di svago, ma anche come momento in cui si fa cultura ed in cui si può essere felici. Io lì lo sono stato.
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