"Il settore balneare rischia la polverizzazione". Gallo lancia l'allarme sul turismo calabrese

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Gianluca Gallo
  24 ottobre 2019 17:33

"Rischia la polverizzazione il settore balneare calabrese. Il contrasto tra norme nazionali e direttive comunitarie, insieme alle incertezze
della Regione, potrebbe cancellare decine di imprese e centinaia di posti di lavoro".

Lo sostiene il consigliere regionale Gianluca Gallo "dando conto - é detto in un comunicato - degli ultimi sviluppi di una vicenda già un mese fa portata all'attenzione, ma invano, della Giunta". "La premessa: a fine 2018 - aggiunge Gallo - il Parlamento ha approvato la legge che estende fino a tutto il 2033 le concessioni demaniali marittime vigenti alla data del primo gennaio 2019, demandando ai Comuni il compito di procedere alla formalizzazione della nuova durata dei titoli concessori di loro competenza, seguendo in ciò le indicazioni fornite dalle rispettive Regioni. In Calabria, con una circolare esplicativa risalente allo scorso febbraio, il Dipartimento Urbanistica ha fornito le dovute indicazioni. A luglio, poi, con una lettera condivisa tra Dipartimento e Assessorato, i Municipi sono stati sollecitati all'adozione degli atti necessari. Ma di fatto, poco o nulla è successo. Non bastasse, nei giorni scorsi il Dipartimento Urbanistica ha reso noto che, per effetto di alcune sentenze della Cassazione, non si potrà procedere al rinnovo automatico delle concessioni, dovendosi tale previsione ritenere inapplicabile per contrasto tra la legislazione nazionale e l'ordinamento comunitario".

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Probabilmente - dice ancora il consigliere regionale - non si hanno ben chiari gli effetti di questa situazione per una terra, come la Calabria, che di mare e di turismo vive: in mancanza di rinnovo o comunque di formalizzazione del titolo concessorio da parte dei Comuni, gli imprenditori del settore che si presentano in banca per chiedere l'apertura di linee di credito o presso gli stessi uffici regionali, magari per depositare istanza di accesso a fondi regionali, trovano soltanto porte chiuse e si vedono rigettare le domande. Occorrono soluzioni urgenti e soprattutto convincenti: il coinvolgimento dei Comuni in una situazione che è oggettivamente più grande di loro, pure alla luce della carenza di personale che soffoca la gran parte dei Municipi, potrebbe risultare letale per il turismo e l'economia calabresi. Pensare di rinunciare a cuor leggero al meccanismo della proroga automatica in favore degli aventi diritto, per passare magari al sistema del rinnovo caso per caso, previa istruttoria da parte dell'ente locale competente, vuol dire condannare a morte economicamente gli operatori balneari". 

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Da qui l'invito di Gallo all'assessorato all'Urbanistica "ad adoperarsi per risparmiare alla Calabria la mortificazione di una delle poche realtà produttive locali. Non si ceda all'istinto di delegare ad altri responsabilità proprie e ci si attivi, invece, per un confronto per una volta forte e concreto non solo con le altre Regioni, ma anche con un Governo politicamente amico ed un'Unione Europea in cui siedono commissari espressione diretta di quel Governo. Ridurre a pezzi è persino l'industria balneare calabrese sarebbe un delitto imperdonabile". 

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