Il settore funerario calabrese non può più aspettare. Gli strali della Cosfit contro l'inerzia del Consiglio regionale

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Il portavoce regionale della Cosfit Rocco Caliò
  12 settembre 2019 15:11

di MASSIMO PINNA

La Calabria, come noto, ha affossato a maggio la recente nuova legge funeraria lasciando il settore nuovamente senza regole, ma la Cosfit (comitato imprese funebri italiane), non ci sta e protesta vibratamente contro quella che definisce "la mancanza di coraggio della nostra politica". 

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"Apprendiamo dal Consiglio regionale del 11 settembre, che vede i consiglieri di maggioranza e minoranza interessati esclusivamente alla definizione della data delle prossime elezioni oltre che al saluto e agli interventi dei nuovi consiglieri subentrati, considerate le vicende legali che in questi ultimi mesi abbiamo potuto sentire e leggere nei confronti del Romeo e del Niccoló, che fan capire in che condizioni miserevoli ancor oggi si é soggetti in Calabria, che la Regione Calabria non ha nessun intenzione di rimediare al vergognoso stupro - dichiara Rocco Caliò presidente regionale della Cosfit - di cui si sono resi colpevoli, cioè del abrogazione del testo di legge sul settore Funebre, dopo 10 mesi hanno annientato il lavoro di 15 anni di lotte e sacrifici di un intero settore, per arrivare in silenzio ad abrogare il 29 aprile un testo che il 7 maggio era al vaglio della Corte Costituzionale senza darci il diritto di sapere la definizione di una sentenza e togliendo il diritto di avere articoli di legge non impugnati che avrebbero potuto dare dignità a questo settore".

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Per Caliò si tratta, infatti, di "un vero proprio stupro legittimato dalla dimenticanza o non volontà di controbattere i punti impugnati dal Consiglio dei Ministri. Una vergogna assoluta mai vista, la Regione Lombardia che ha visto anch'essa impugnata la legge compatte e mette i suoi migliori avvocati per difendere il lavoro fatto., mentre in Calabria per una scusa che nasconde altre situazioni più losche ci ritroviamo nudi davanti ad un settore ormai in decadenza morale, che giorno per giorno perde la dignità del suo compito. Delusi, amareggiati gli impresari funebri sani onesti e che hanno investito e continuano ad investire organizzeranno un corteo di protesta presso le sedi del palazzo della Regione, contro la politica che fa finta di accogliere ma in sé non ha interessi a sistemare un settore difficile come quello funebre".

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"Confidiamo invece nella magistratura - continua Caliò - che crediamo farà il suo dovere di mettere nero su bianco le nostre molteplici denunce e che prenderà atto anche dello stupro attuato per capire le vere motivazioni del eliminare un testo nel silenzio di una seduta consiliare pre-elezioni europee, mi auguro che la stessa politica si risollevi dall'errore fatto e prima della scadenza naturale del loro mandato partoriscono un nuovo testo sul settore funebre già presente in commissione sanità".

"Non ci sono scuse volere è potere - insiste - ma se così non fosse gli impresari funebri, le loro famiglie, i loro dipendenti e tutti i cittadini a cui è stata tolta la possibilità di vedere migliorare questo settore e di usufruire di nuovi servizi già in essere in tutta Italia non dimenticheranno il danno creato da questi politici di destra e di sinistra, e si assumeranno le conseguenze del avere mancato non solo come politici ma anche come persone che il cui cavallo di battaglia è sempre l onestà intellettuale.
Il settore funebre - conclude Caliò - non può più aspettare".

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