Il sindacato CSA-Cisal replica alla Regione: "In Emilia-Romagna si è votato ma il Piano Anticorruzione è stato adottato in tempo. Calabria inadempiente"

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Cittadella Regionale
  05 febbraio 2020 12:25

Il sindacato CSA-Cisal nota con piacere come nell’ultimo periodo le sue denunce trovino la giusta attenzione “pubblica” da parte dell’Amministrazione. Certo, avremmo preferito conoscere almeno la fonte dell’ultimo intervento sulla vicenda dell’Anac (a nome della Giunta? A nome di un dipartimento specifico? A nome di chi?), ma almeno riconosciamo che il dialogo è sempre costruttivo. Tuttavia, l’ultima nota, diciamo della Regione (così non sbagliamo), non è né una replica né una smentita. Infatti, nella prima parte c’è il pieno riconoscimento di quanto affermato dal sindacato. Ripetiamo: l’Anac ha di nuovo bacchettato la Regione Calabria riconoscendo che le misure di supporto al Responsabile dell’Anticorruzione non hanno risolto le criticità pregresse. Questo è avvenuto con un dispositivo trasmesso in Cittadella il 28 gennaio a firma di Nicoletta Torchio.

LA REGIONE CONFERMA LE DENUNCE DEL SINDACATO: LA BACCHETTATA DELL’ANAC E IL MANCATO RISPETTO DEL TERMINE PER L’APPROVAZIONE DEL PIANO ANTICORRUZIONE - Ed anche nella seconda parte, sulla quale si è concentrata la “Regione”,  sostanzialmente è stato confermato quanto affermato dal sindacato CSA-Cisal. Abbiamo letto che saremmo intervenuti “in maniera strumentale” e “poco onesta”. Peccato però che nemmeno in questo caso sia possibile smentire il fatto: il Piano triennale dell’Anticorruzione 2020-2022 non è stato approvato entro la scadenza del 31 gennaio. Sono numeri, sono date, sono documenti e sono fatti. La disonestà, intellettuale (s’intende), sta piuttosto nel fare tanti giri a vuoto, tante ricostruzioni retrospettive che intendono soltanto celare (male) questo grave inadempimento. Non ci interessa sapere se sia colpa di un ritardo nella trasmissione della proposta da parte della RPCT, o di un file word piuttosto della copia cartacea, o della trascuratezza di un direttore generale o della Giunta. Il dato rimane quello: la Regione Calabria non ha adempiuto ad una scadenza sulla Trasparenza. Il risultato non cambia. Questo interessa al sindacato ed ai cittadini calabresi.

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LA REGIONE CALABRIA SOSTIENE CHE DI FATTO LA SCADENZA NON POTEVA ESSERE RISPETTATA, MA IN EMILIA-ROMAGNA HANNO APPROVATO IL PIANO ANTICORRUZIONE - Nella “non replica” della “Regione” si dice addirittura che sarebbe stato di fatto impossibile per la Giunta arrivare all’approvazione del Piano dell’Anticorruzione da parte della Giunta uscente. E allora perché l’Emilia-Romagna ci è riuscita? Anche lì si è votato il 26 gennaio, anche lì valeva il termine del 31 gennaio per l’adozione del Piano. La differenza è che, lì con la corretta logica della continuità amministrativa, hanno pensato bene di adottarlo prima. La Giunta regionale dell’Emilia-Romagna infatti, con la delibera n. 83 del 21 gennaio 2020, ha adottato – in tempo- il piano triennale della corruzione. Ma come, non era impossibile “tecnicamente”? E’ l’ennesima prova della realtà che prende a schiaffi la fantasia inconcludente dei piani alti della Cittadella.

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LA NON COLLABORAZIONE CONTINUA - Non sarà che quello che il sindacato denuncia da ormai oltre un anno, cioè l’isolamento della RPCT – guarda caso problema riconosciuto proprio dall’Anac –, ci ha messo lo zampino anche in questo caso? Invece di elucubrare a vanvera perché non si è pensato per tempo ad imbastire il lavoro. Perché ad esempio il Comitato di direzione (l’organismo che riunisce i dg, sotto la guida del segretario generale) che è stato così “invasivo” sui compiti della Responsabile Anticorruzione (sempre come detto dall’Anac) non si è premurato di coordinare l’attività? O magari, anche per fugare tutte le polemiche degli scorsi mesi, perché il dipartimento del Personale non si è interfacciato per trovare una soluzione? Oppure perché non ci ha pensato l’ufficio che istituzionalmente dovrebbe fare da raccordo per ottemperare agli obblighi dell’Anticorruzione e della Trasparenza? Il sindacato CSA-Cisal si riferisce al settore “Coordinamento amministrativo dei dipartimenti” incardinato presso il Segretariato. Avrebbe potuto segnalare la scadenza o sensibilizzare l’eventuale struttura inadempiente affinché si mettesse in riga. O ancora si faceva notare che era la stessa RPCT ad essere in netto ritardo. Sono soltanto alcuni esempi di un gioco di squadra che è mancato. Questo preoccupa il sindacato: l’assenza di sinergia.

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LA NUOVA GIUNTA - Francamente risibile è poi la scusa che l’approvazione del provvedimento “sarebbe stata irrispettosa” nei confronti della nuova Giunta. L’elenco degli inciampi di quella uscente in materia è lunghissimo, in particolare sulla rotazione dei dirigenti di settore messa in atto soltanto perché “obbligata” dall’Anac. Facciamo soltanto notare che lo scrupolo del "rispetto" non sembra essere stato la stella polare rispetto ad operazioni amministrative proprio poco prima del voto. A differenza invece del Piano Anticorruzione, che invece aveva un termine di scadenza preciso (31 gennaio), per cui la “Regione” ha evidentemente avuto una diversa sensibilità decidendo di disattenderlo. Inoltre – puntualizza il sindacato CSA-Cisal –, nulla avrebbe impedito alla nuova Giunta di aggiornare il Piano successivamente, pur se già approvato nel rispetto della scadenza. L’auspicio del sindacato è che il nuovo esecutivo riassetti questa confusione che regna in Regione Calabria e che tutti facciano finalmente squadra per il bene collettivo, incluse le “penne anonime” che difendono l’indifendibile.  

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