Il Teatro Politeama dimostra che esiste un'Italia che vive di vera arte

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La cavalleria rusticana al Politeama
  24 ottobre 2019 16:36

di CLAUDIA FISCILETTI

Il Teatro Politeama "Mario Foglietti" di Catanzaro è stato citato da "Il Fatto Quotidiano" perchè considerato uno dei teatri che, in tutta Italia, propone e vive ancora di vera arte in un servizio di Fabrizio Basciano .

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La menzione è dovuta al successo dell' apertura della stagione teatrale, avvenuta domenica scorsa, che ha visto in scena le opere liriche "Cavalleria Rusticana" di Pietro Mascagni e "Pagliacci" di Ruggero Leoncavallo che, con l'abile regia di Luciano Cannito, con la direzione d’orchestra del Maestro Filippo Arlia alla guida dell’Orchestra Filarmonica della Calabria e con il coro “Francesco Cilea” di Reggio Calabria diretto da Bruno Tirotta, sono riuscite ad emozionare il pubblico dando un esempio di vera arte, di musica italiana nella sua forma più pura.

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Il Teatro Politeama citato come esempio, a dimostrazione che i teatri si riempiono anche senza proporre necessariamente la musica italiana che "i media deliberatamente scelgono di farci vedere".

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I giudizi sono stati entusiastici. Basciano ha apprezzato la corografica regia di Luciano Cannito ed ha definito “poderosa” la direzione d’orchestra di Filippo Arlia.

Dell’orchestra ha scritto: “Capace di un suono potente, pulito, raffinato e audace anche nei passaggi più ostici, l’Orchestra calabrese, che ha brillato da inizio a fine spettacolo, ha dato domenica sera e da ormai diverso tempo dà prova di essere a tutti gli effetti un’orchestra degna dello status di Istituzione Concertistico Orchestrale, così beneficiando di finanziamenti, viste le mille e una difficoltà del territorio, utili come l’ossigeno ma mai finora pervenuti.”

Si è infine soffermato sulla prova dei cantanti, del coro e del corpo di danza che – ha scritto – “hanno poi dato prova di una tale professionalità e impegno che il pubblico ha degnamente premiato con applausi e ovazioni colme di gratitudine e soddisfazione. Raramente posso dire di aver fino a oggi assistito a una morte di Turiddu, Nedda e Silvio tanto strazianti ed emotivamente coinvolgenti. Bravi!”

Per il sovrintendente Gianvito Casadonte e il direttore generale Aldo Costa, “sono queste le più belle gratificazioni per il grande lavoro che abbiamo profuso nella produzione dell’opera lirica, una sfida quasi proibitiva per il sud, come ha sottolineato il Fatto Quotidiano”.

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