Il vero nodo della politica italiana è il potere  per la gestione dei miliardi dei finanziamenti europei

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Il dottor Saverio Palermo
  03 febbraio 2021 22:49

Perché  un  Governo sia  sufficientemente forte per esercitare il suo mandato , occorre che  sia sorretto, anche  se  le scelte non totalmente  condivise , da una maggioranza  parlamentare ideologicamente  coesa  o, altrimenti, da  forze politiche  , anche  di varia estrazione partitica , convinte ed unite  nella realizzazione  di un programma.

Nell’attuale  crisi   istituzionale  nessuno di tali presupposti  è stato  possibile realizzare. Che l’azione di  Conte  sia stata  all’inizio del  suo secondo mandato , coincidente con l’inizio della pandemia, giusta  ed efficace  è cosa riconosciuta.  

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Altrettanto evidente   è stato  il progressivo fallimento  della sua azione  politica  in una fase successiva, quando sarebbe stato utile  una mediazione tra le parti, un coinvolgimento anche delle forze di opposizione  a supporto dei partiti di maggioranza, in una visione di Paese che tenesse conto dell’emergenza sanitaria ed economica  e che mirasse alla costituzione di una  sorta di Governo di Unità Nazionale,  anche  se non ufficialmente istituzionalizzato. 

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Utopia? Ma non è forse questo  l’ obiettivo  che ora si pone  il Presidente Mattarella  con la nomina di Draghi?  Forse questi, non irretito dalla necessità di dover  rispondere al partito numericamente  più rappresentativo in Parlamento, riuscirà nell’intento.  Forse riuscirà  a far passare ed accettare l’idea che “sociale e solidale“ non corrisponde  ad assistenzialismo e che niente  è più corrispondente  al benessere dei cittadini  di un programma mirato alla ripresa del  lavoro,  al  supporto  delle attività e  della  libere, oserei dire ingegnose, iniziative  di cui  l’Italia è ricca; con lo sguardo sempre rivolto,  e con rispetto,   alle esigenze   delle fasce più deboli. 

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Ma  il vero nodo da sciogliere, a mio parere,   non è la gestione della crisi sanitaria, della scuola, della  gestione delle vaccinazioni:  solo uno sciocco, privo di capacità organizzative,  non sarebbe  capace di dar seguito  a precisi  crono programmi  suggeriti e dettati dai numerosi esperti  arruolati  allo scopo, che non si tradurrà  soltanto  in una gestione economica  delle risorse  ma sarà la base, e  per anni,  su cui far crescere il consenso  e la forza  politica  dei partiti. E  questo getta un’ombra ed il dubbio  sulla riuscita degli sforzi di Draghi.

Il  Presidente Mattarella  ha ben espresso  le sue perplessità  più che motivate  sulla scelta di un ritorno alle urne.  E  l’augurio cui nessuno  può sottrarsi   è che il suo attuale tentativo raggiunga lo scopo e  dia risposte rapide ed esaurienti alle necessità del Paese. 
In caso contrario, inevitabile  ridare la parola agli italiani. Con la  speranza, forse  ancora ingenua, che  il timore di dover  rinunciare ad un terzo delle poltrone disponibili  per come dall’ultimo referendum stabilito o di perdere le  ricche  prebende  a  ciascuno da corrispondere alla fine della legislatura, non impedisca a chi siede in Parlamento di dare  ai Cittadini il diritto  di scegliere  l'Italia che immaginano, l’Italia  che vogliono.

Saverio Palermo

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