Operazione Levante, Capomolla: "Un'organizzazione illegale che sfruttava la disperazione dei migranti"

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images Operazione Levante, Capomolla: "Un'organizzazione illegale che sfruttava la disperazione dei migranti"

  21 ottobre 2024 14:34

di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA

“Un'organizzazione internazionale illegale che sfruttava la disperazione dei migranti”

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Ad affermalo è il procuratore facenti funzioni della Procura delle Repubblica di Catanzaro Vincenzo Capomolla nel corso della conferenza stampa mattutina convocata in Procura per rendere nota un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 13 soggetti di nazionalità irachena, pakistana e afgana, gravemente indiziati dei reati di associazione per delinquere finalizzata all’ingresso nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari privi di possesso di soggiorno, riciclaggio, ed esercizio abusivo dell’attività di prestazioni di servizio di pagamento. 

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“La misura cautelare ha interessato un’organizzazione che ha un profilo inquietante dedita allo sfruttamento dei flussi migratori e alla disperazione che sta dietro i flussi per realizzare profitti illeciti formidabili avvalendosi di una rete di relazione che garantisce l’arrivo dei migranti dal Medioriente sulle coste calabresi e poi il transito verso l’Europa, in particolare in Francia, Inghilterra con riferimenti fino in Islanda. 

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Capomolla sottolinea “la capacità importante di operatività in grado di avvalersi di canali di transito oltre che via mare anche via terra con basi anche in Bosnia e Serbia documentata dall’operatività di flussi finanziari attraverso Hawala, un circuito di intermediazione finanziaria illecito, clandestino che si basa sulla parola di questi soggetti che realizzano il transito di flussi senza passaggio fisico di denaro ma garantendone la disponibilità nei luoghi dov’è necessaria” 

Dal canto suo, Gianluigi D’Alfonso, comandante regionale della Guardia di Finanza spiega: “Il servizio è partito nel novembre 2021 grazie ai reparti navali che hanno intercettato diversi sbarchi, circa 12, e ci si è accorti che questi sbarchi facevano riferimento ad un’organizzazione comune. Uno schema tipico, classico. Le coste calabresi erano preferite in particolare Roccella jonica e Crotone per sbarchi provenienti dalla Turchia e flussi di migranti sfruttati da questi trafficanti di uomini per farli arrivare in regione del continente europeo facendoli transitare da Ventimiglia avvalendosi di uomini col compito specifico di fargli valicare il confine. 

D’Alfonso parla “di pagamenti che si aggirano ai 10mila euro per la traversata e poi ancora soldi per spostamenti via pullman maggiorati del 3 per cento e circa 350 euro per passare il confine. Una grossa ammontare di euro che veniva riciclato e passava di mano in mano avvalendosi del sistema illegale garantito da Hawala che consente di far passare somme di denaro evitando trasferimento attraverso canali bancari che impediscono la tracciabilità. L’ordinanza ha garantito il sequestro di 3 esercizi commerciali: uno a Roma, l’altro a Milano e l’altro a Ventimiglia garantivano questo sistema. Abbiamo inoltre registrato il disprezzo nei confronti di questi migranti disperati che venivano chiamati “piccioni” o “pecore”. Tra il 2022 e il 2023 sono stati individuati 200 facilitatori e arrestati 90 scafisti nei luoghi che vanno Roccella jonica a Crotone

Mentre, Antonio Quintavalle dello Scico della Guardia di Finanza afferma: “Abbiamo monitorato l’operatività di un’organizzazione che agiva sul territorio nazionale, ma attraverso i captatori informatici abbiamo capito come si sviluppa il traffico di migranti dai paesi di provenienza fino alle coste calabresi. Dal Kurdistan in nord Europa si deve pagare una somma tra i 10 e i 15 mila euro per fare Iraq-Turchia, poi Turchia-Grecia e Grecia-Calabria e il pagamento avviene attraverso il sistema Hawala”. 

Dietro piccoli market, spiega Quintavalle, “gestiti da soggetti stranieri in Italia si nasconde un Mondo. I parenti degli da avere la certezza delle somme e solo una volta che l’immigrato raggiungeva il Paese venivano prelevate dalle 3 agenzie: due minimarket e un negozio di telefonia di cui solo una quella di Milano aveva l’autorizzazione di money-transfert. In questo modo c’erano soggetti deputati a muoversi con denaro in contante su tutto il territorio nazionale per alimentare queste agenzie illecite che foraggiavano questo traffico. 

L’altro aspetto è la rete. “Di fatto siamo di fronte ad una vera e propria agenzia di viaggi illecita che attingeva i suoi clienti prevalentemente al Cara di Isola Capo Rizzuto. I nostri militari hanno seguito uno di questi taxi e consentito l’arresto in flagranza in Francia. E poi avevano grande disponibilità di passaporti in Turchia che venivano forniti ai migranti solo dopo pagamenti. I soldi viaggiavano fuori dal nostro Paese. Dietro ogni singolo migrante si muove un mondo illecito. L’indagine scaturisce dalle dichiarazioni di un soggetto Kurdo che veniva minacciato” 

Infine, Davide Masucci, comandante della Guardia di Finanza di Crotone sottolinea che “Crotone è considerata un crocevia per la stessa organizzazione per la presenza del Cara che rappresenta bacino per coloro che non chiedevano asilo. In certe circostanze avevamo registrato che sapevano già dalla partenza chi tra i migranti non avrebbe chiesto asilo”.

Nell’arco delle attività d’indagine “svolte dopo lo sbarco e dall’inizio fino all’uscita abbiamo calcolato che sono andati via dall’Italia 80 migranti. Nel corso delle attività tecniche abbiamo avuto contezza che le persone fuoriuscite dall’Italia sono più di 300 con un aspetto economico importante. Effettivamente, l’origine dell’indagine è nata da una denuncia ricavata e da lì si è aperto un Mondo e ci ha fatto capire che sul territorio nazionale vi erano persone a cui appoggiarsi”.

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