Impresa aspetta da 19 mesi l'iscrizione nella White list. La Prefettura di Catanzaro condannata dal Tar a decidere entro 15 giorni: "Silenzio illegittimo"

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Prefettura di Catanzaro
  11 novembre 2019 19:48

di STEFANIA PAPALEO

Un silenzio lungo 19 mesi. Ma soprattutto una palese violazione del Dpcm 18 aprile 2013 che fissa in 90 giorni il termine per decidere sulle istanze di iscrizione alla c.d. White List.

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Non hanno dubbi, in tal senso, i giudici del Tar Calabria. Ed è senza esitazione che, nel pronunciarsi su un dettagliato ricorso proposto dall’avvocato Pino Pitaro, condannano la Prefettura di Catanzaro a provvedere, entro 15 giorni dalla notifica del provvedimento, sull’istanza d’iscrizione nell’elenco dei fornitori di beni e prestatori di servizi presentata, il 3 aprile dello scorso anno, da una società di Sellia Marina operante nel settore della produzione di calcestruzzo pronto per l’uso.

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Istanza ad oggi rimasta lettera morta, nonostante il successivo susseguirsi di istanze di diffida e messa in mora ad adempiere presentate dal legale, che, nell’interesse della società ricorrente, ha, alla fine, optato per il ricorso al Tar, sollecitando anche il risarcimento danni che, tuttavia, i giudici hanno rigettato, non ritenendo neanche opportuno nominare un commissario ad acta “in considerazione della particolarità delle valutazioni devolute dall’Amministrazione”.

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Alla Prefettura di Catanzaro, dunque, non resta ora che pronunciarsi sull’istanza della società ricorrente entro 15 giorni dalla notifica della sentenza, emessa dal Tribunale amministrativo regionale della Calabria, presieduto da Giancarlo Pennetti (affiancato dai giudici relatori Francesco Tallaro e Pierangelo Sorrentino), che ha accertato “l’illegittimità del silenzio dell’Amministrazione”, accogliendo la tesi portata avanti dall'avvocato Pino Pitaro.

L'avvocato Pino Pitaro

 

 

 

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