A distanza di otto anni dall’introduzione dell’IMU, qualsiasi intervento sulla disciplina dell’imposizione locale sugli immobili dovrebbe avere caratteri di incisività, da un lato, dal punto di vista della riduzione del carico di tassazione; dall’altro, sul piano dell’eliminazione di palesi iniquità che caratterizzano l’attuale normativa.
Non è quello che avviene con l’articolo 95 del disegno di legge di bilancio, intitolato “Unificazione Imu-Tasi”, i cui contenuti sono ben sintetizzati in questa frase del dossier 181 del Servizio Studi del Senato: «Viene prevista una sola forma di prelievo patrimoniale immobiliare che ricalca, in gran parte, la disciplina Imu e, dunque, riprende l’assetto anteriore alla legge di stabilità 2014». La benedizione dell’Imu-Monti, insomma.
Nel corso della sua audizione in Parlamento Confedilizia ha formulato alcune precise osservazioni sul testo del Governo (video e documento sono disponibili sul sito www.confediliziacz.it).
Ecco le principali.
Sempre nella già citata audizione parlamentare, Confedilizia ha parlato anche di altri aspetti, come la necessità di estendere a tutti i contribuenti la deducibilità dell’Imu dal reddito e di intervenire sul trattamento discriminatorio nei confronti delle abitazioni di categoria catastale A1, A8 e A9, impropriamente definite “di lusso”.
Ma occorre la volontà di cambiare le cose.
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