Si è conclusa domenica 8 giugno la seconda edizione del Festival dell’Arte di Zagarise, un evento dedicato alla memoria e all'impegno civile, intitolato “100 passi di legalità”. Il festival ha trasformato il borgo in un centro pulsante di cultura, accogliendo oltre 140 artisti provenienti anche da fuori regione, nel segno della lotta alla mafia e della promozione della legalità.
Protagonisti di questa edizione sono state due figure simbolo: Peppino Impastato e Emilio Ledonne, magistrato impegnato. Due percorsi diversi, ma accomunati dalla stessa direzione: quella della giustizia e del coraggio civile.
L’arte come strumento di memoria attivaTra gli artisti presenti, lo Street Artist Ilario Parentela, in arte Punch311, e la designer Rosamaria Noto, hanno portato un contributo profondo e simbolico: due opere, due poesie e, durante il festival, hanno realizzato anche una terza installazione site-specific, nata dal confronto umano e creativo tra i due autori.
Scheda tecnica
Titolo dell’opera: I Passi che RestanoTecnica: Tecnica mista su base fotografica
Dimensioni: 70 × 100 cm
Ideazione e concept: Ilario Parentela (alias Punch311)
Fotografia originale: Ilario Parentela
Rielaborazione grafica: Rosamaria Noto, sotto la direzione artistica di Ilario Parentela
Impronte: Ilario Parentela e Rosamaria Noto
Descrizione dell’opera L’opera I Passi che Restano nasce da un’idea di Ilario Parentela, che ha sviluppato un concept in cui fotografia, pittura e installazione si fondono in un percorso visivo e simbolico.
La base è uno scatto fotografico originale di Ilario Parentela, trasformato attraverso un’elaborazione grafica realizzata da Rosamaria Noto, sotto la sua direzione artistica. L’intervento si arricchisce di elementi materici e pittorici, impronte reali — lasciate da entrambi gli artisti — e un elemento fisico esterno: un palloncino rosso che fuoriesce lateralmente dal quadro, sul lato sinistro.
Questa stratificazione visiva e simbolica dà vita a un’opera potente, dove memoria, presenza e gestosi intrecciano in un dialogo profondo.
Spiegazione / Concept
“I cento passi” non sono solo la distanza tra la casa di Peppino Impastato e quella del boss TanoBadalamenti. Sono anche i passi simbolici di chi ha continuato — e continua — a camminare per la giustizia, la verità e la memoria.
Su un cartone marrone, materiale semplice e radicato nella terra, si stagliano impronte blu: alcunescalze, altre calzate.Il blu è il colore della legalità, della giustizia, dell’ordine.
Le orme scalze parlano di coraggio e vulnerabilità: l’anima idealista di chi ha camminato controcorrente, come Peppino.
Le impronte con scarpe rappresentano invece il cammino strutturato dell’istituzione: magistrati, forze dell’ordine, lo Stato che combatte dall’interno, come Emilio Ledonne.
Due percorsi diversi, una sola direzione. Avvicinandosi, lo spettatore scopre che ogni impronta è formata da dettagli nascosti: volti, sguardi, statue, frammenti in bianco e nero. Un mosaico silenzioso di resistenza e memoria. A sinistra del quadro, un palloncino rosso esce fisicamente dalla superficie: è il sogno, la speranza, l’innocenza che sopravvive.
È Peppino bambino e uomo. È la memoria che resiste e sale. Il filo rosso collega i passi al cielo. La memoria non è statica. Cammina con noi.Contesto storico e culturalePeppino Impastato, attivista e giornalista siciliano, fu assassinato dalla mafia nel 1978 per aver denunciato pubblicamente — con coraggio e ironia — le attività del boss Tano Badalamenti. La suavoce, libera e ribelle, è diventata simbolo di lotta civile e di memoria attiva.
Accanto a lui, nell’opera, è evocata la figura di Emilio Ledonne, magistrato impegnato nella lotta alla criminalità organizzata: un volto della giustizia istituzionale, che ha agito attraverso la legge e il senso dello Stato.
L’opera mette in dialogo questi due approcci complementari: la lotta dal basso e quella dall’interno, l’urgenza civile e il rigore istituzionale. Interazione e partecipazione L’opera è pensata per un’esperienza progressiva: da lontano colpisce per composizione e colore; da vicino, svela frammenti, dettagli, storie nascoste.
Lo spettatore è parte del processo. È invitato a riflettere, a scegliere, a prendere posizione. A completare il messaggio c’è una seconda opera “gemella”, che pone una domanda: “E tu, che passo farai?” Un invito diretto alla responsabilità personale. Una memoria che diventa azione. Simbolismo visivo Cartone marrone: terra, radici, semplicità, memoria viva. Impronte scalze (a sinistra): fragilità, sacrificio, idealismo (femminile). Impronte con scarpe (a destra): azione concreta, istituzioni, legalità (maschile). Non allineate: percorsi diversi, ma uniti.
Il Festival dell’Arte – 100 passi di legalità non è stato solo un evento culturale, ma un momento collettivo di memoria, impegno e speranza. Attraverso le opere, le parole e la partecipazione, si è celebrato non solo chi ha camminato controcorrente, ma anche chi oggi sceglie di continuare a farlo.
“La memoria non è statica. Cammina con noi.”
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