di PAOLO CRISTOFARO
Tra i tanti temi al centro di dibattiti, elucubrazioni filosofiche, letterarie e culturali, certamente quello della morte, dell'oltretomba, del rapporto con i defunti, con l'aldilà e con li dèi, è tema caro al mondo antico. L'archeologia, nel suo studio attento dell'antichità - e del mondo classico a noi più caro - non può essere distante dal percorrere anche questo sentiero di ricerca, per ricostruire un passato e un modo di vivere che, certamente, era influenzato molto dalle credenze religiose e dal rapporto con le divinità. E' questo il tema della suggestiva esposizione "Ultra Limina Leti. Oltre le porte della morte", promossa dal Museo Archeologico di Scolacium, a Roccelletta di Borgia e dedicata dunque "all'ultimo viaggio degli abitanti di Scolacium", cioè quello verso l'oltretomba.
Prima ad intervenire, in apertura, la dottoressa Elisa Nisticò, archeologa e responsabile del Museo Archeologico di Scolacium, che ha raccontato i reperti - urne funerarie, ossa e corredi - rinvenuti nella necropoli della parte alta dell'antica Scolacium. Altri interventi di collaboratori e studiosi del Polo Museale, hanno chiarito aspetti e dinamiche delle sepolture antiche, delle credenze del mondo classico e degli oggetti e manufatti che accompagnavano i nostri antenati nell'oltretomba, oltre il fiume Lete della mitologia classica.
I La scoperta dei tesori del Museo e di queste particolari attitudini dei popolo antichi, è stata aiutata dal supporto del Teatro di Calabria, che ha raccontato con letture, recitazione e storia, il topos letterario del viaggio e della discesa degli inferi, da Enea a Dante. Le letture recitate, tratte da testi classici, erano a cura di Aldo Conforto, Salvatore Venuto e Mariarita Albanese, della Compagnia appunto del Teatro di Calabria.
Interessanti e profondi - nonché ricchi di interessanti spunti di ricerca - gli approfondimenti che intermezzavano la parte recitata, a cura del prof. Luigi La Rosa, esperto della cultura del mondo classico e latino in particolare. Enea, Odisseo, lo stesso Dante. Un racconto suggestivo sul rapporto tra umano e divino, tra vita e morte, tra mondo dei vivi e mondo dei morti. I visitatori - potremmo dire - così come Dante, sono stati presi per mano da archeologi e attori, per essere accompagnati in questo vero e proprio viaggio - per fortuna solo immaginario e di scoperta - oltre il fiume Lete.
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