Inaugurazione anno giudiziario, in un anno 2 milioni di euro di risarcimenti. Introcaso: "No riforme accetta"

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images Inaugurazione anno giudiziario, in un anno 2 milioni di euro di risarcimenti. Introcaso: "No riforme accetta"

  22 gennaio 2022 14:45

"Nell'anno 2020 sono stati liquidati euro 2.066.343,82, per ingiuste detenzioni risalenti a un arco temporale tra l'anno 2000 e l'anno 2015 relativi a tutti i tribunali del Distretto". E' uno dei dati citati dal presidente della Corte d'appello di Catanzaro, Domenico Introcaso, nella relazione per l'apertura dell'anno giudiziario del Distretto catanzarese. "L''attivita' della magistratura - riferisce Introcaso - è oggetto di evidenzia mediatica quotidiana in singolare schema di adesione assoluta o di contestazione radicale, egualmente criticabili perchè entrambe orientate alla soggettivazione delle inchieste e alla ricostruzione dei fatti e delle responsabilità secondo semplificazioni alimentate dal luogo comune, alla ricerca di responsabilità continue e sostanzialmente elusive dei problemi reali. Vengono in mente i risarcimenti da ingiusta detenzione disposti dalla Corte, inseriti in un cono di luce spazio-temporale assolutamente incongruo e legato alla camera dell'eco. Offro alla vostra attenzione - prosegue il presidente della Corte d'appello di Catanzaro - un dato sintetico: nell'anno 2020 sono stati liquidati euro 2.066.343,82, per ingiuste detenzioni risalenti a un arco temporale tra l'anno 2000 e l'anno 2015 relativi a tutti i tribunali del Distretto, salvo due rientranti nell'anno 2016 e 2017 (Gip Castrovillari) e altro del 2017 (Gip Catanzaro).

CARENZA DI ORGANICO- Nella Corte d'appello di Catanzaro manca 25% dei consiglieri"  "Nel settore penale le criticità sono addebitabili, in prevalenza, alle croniche e gravi scoperture di organico. Attualmente la Corte d'appello di Catanzaro soffre di una scopertura del 25% dei consiglieri, accentuata da un'applicazione extradistrettuale prorogata e da un indice di alternanza del giudici del 42%". "Negli ultimi anni, inoltre - ha aggiunto il presidente Introcaso - è aumentato in maniera esponenziale ed è sempre crescente il numero di maxiprocessi di criminalità organizzata, di trattazione urgente e prioritaria, con impegno di tutti i consiglieri in numerose udienze di lunga durata, spesso anche per la necessità di riaprire le attività istruttorie, con conseguente ripercussione di tale maggiore carico di lavoro sulla fissazione e definizione dei processi ordinari".



"NO AD INTERVENTI CON L'ACCETTA"- E' necessario intervenire sul 'sistema giustizia' e non su un singolo parametro, il tempo, che risulta estraneo in un'opzione di semplificazione del fenomeno, con un intervento estraneo e formale di risoluzione delle criticità fatto con l'accetta. E questo, peraltro, lasciando fuori dalla previsione reati gravi e di accentuata lesione dei valori sociali". Lo ha detto il presidente della Corte d'appello di Catanzaro, Domenico Introcaso, facendo riferimento alla "riforma Cartabia" ed in particolare al tema dell'improcedibilità, nel corso della cerimonia d'inaugurazione dell'Anno giudiziario, svoltasi nell'aula bunker di Lamezia Terme. "Il formalismo - ha aggiunto il presidente Introcaso - è un metodo di semplificazione che mal si attaglia a realtà criminali e giudiziarie come la nostra, chiamata ad accertare fenomeni complessi estesi, con tutti i reati collegati, sul piano nazionale ed internazionale. Certo, non si può dubitare dell'insostenibilità della durata dei processi, universalmente conosciuta, ma va ricordato che i magistrati italiani, secondo fonti della Commissione europea per l'efficacia della giustizia, sono i tra i più produttivi dei 46 Paesi esaminati. E quelli del Distretto di Catanzaro sono, a loro volta, tra i primi d'Italia per produttività". "Le aporie generali di sistema - ha detto ancora Introcaso - trovano, nel Distretto di Corte d'appello di Catanzaro, straordinaria soluzione nel coinvolgimento in tali dinamiche di colleghi di prima nomina e di modestissima esperienza professionale, i quali, con consapevolezza, forza di carattere, qualità e impegno strenuo, sono chiamati a giudicare su processi, per così dire storici, di accertamento di responsabilità penali riferite a fenomeni di 'ndrangheta. E di questo, noi tutti, non possiamo che essere orgogliosi"

CSM- "L'ultimo anno è stato segnato, ancora una volta, dal fenomeno pandemico e dalle ulteriori criticità verificatesi nel corpo della magistratura, nazionale e distrettuale. Su tale aspetto, l'onda lunga della crisi continua a disegnare uno scenario di incertezza nell'opinione pubblica, l'indice di fiducia della quale in noi magistrati è ridotto al 30%, che rappresenta il minimo storico. Scenario in cui si inseriscono le censure del giudice amministrativo alle nomine del Csm. Ma le analisi anche interne sono parziali e fuorvianti in quanto indirizzate alla soggettivizzazione dei fenomeni, tali da non spiegarne le dinamiche". Così il presidente della Corte d'Appello di Catanzaro, Domenico Introcaso, nella sua relazione nel corso dell'inaugurazione dell'Anno giudiziario. "Ritengo - ha aggiunto il presidente Introcaso - che sia riduttivo ricondurre gli eventi che hanno interessato il corpus magistratuale a questione etica. Le decisioni fuori dalle sedi istituzionali, e con l'esclusione dei soggetti, laici e magistrati, deputati ad assumerle, comportano un deficit inammissibile di democrazia in quanto curvano il potere democratico di scelta del Csm a logiche di lobby. In tale ambito di distorsione dei poteri, correlata all'appartenenza, si inserisce la corruzione del procedimento elettorale e del consenso, sempre meno ideale e ideologico ma orientato prevalentemente a logiche di convenienza il più delle volte carrieristica. Tale contesto delinea, dunque, non solo e non tanto una questione morale, ma di democrazia che in troppi, e in primo luogo i magistrati, vogliono mettere superficialmente in secondo piano, e sulla quale bisogna intervenire con la modifica della legge elettorale del Csm".

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