Inchiesta di Perugia e dossieraggio, la riflessione di Vincenzo Speziali

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Vincenzo Speziali
  20 marzo 2024 19:34

di VINCENZO SPEZIALI

In Italia, non esiste solo l'insolenza di chi rimane abbarbicato alla sua poltrona (al netto di 'conflitto di interessi e non osservanza del senso di opportunita`' che i Cinquestelle invocano sempre in capo agli altri ma non per loro), come nel caso di Cafiero de Raho -o qualunque sia il suo cognome e in qualsiasi modo si scriva- perché esistono, soprattutto altri diritti, certamente positivi, naturali e costituzionali. In primis, tra questi, vi è il diritto di tutti i cittadini a non essere perseguitati o spiati o indagati (senza reati, per di più con metodi da spionaggio ricattatorio o sovietizzante, quasi a far apparite Stalin per un notorio liberldemocratico) e comunque, non si può nemmeno sopportate di vedersi diffidati come ha fatto tal costui -sempre il Cafiero- allorquando gli si chiedono, legittimamente lumi, circa il suo operato passato e presente. Oppure financo nel mentre 'gens similis' tenta di 'impedire' lo svolgimento di ragionamenti e persino di rispondere ad interviste di giornalisti, posto che al sottoscritto delle diffide che vengono dispensate quotidianamente - egli ha usato proprio il termine diffida (saranno persino allusive minacce?)- dicevo al sottoscritto tali diffide non fanno effetto e me ne sbatto altissimamente, tanto quanto sono I centrimetri della mia longilineita`, non modificata dal rinforzo calzaturiero dei  tacchetti alle scarpe (altra forma, che se invece esistesse in capo a qualcuno, sarebbe, certamente, indice di malessere psicologico o di disturbo della personalità, tale da rendere l'ipotetico soggetto, non idoneo ad un contesto sociale).
Parimenti, innanzi a siffatte ed effimere insolenze, siamo innanzi alla plasticità materiale dell'arroganza (di casta o ex casta, 'magistraturale o dei politicanti moralisti, nella migliore delle ipotesi), benché con orgoglio ribadisco come io porto quale 'medaglia al valore civile', l'essere stato indagato, senza reato e senza possibilità, ma con metodi discutibili (oggi sotto gli occhi di tutti), i quali fanno si da definire tutto cio` non giustizia ma barbarie di aspiranti dittatorucoli formato bonsai (ovviamente in senso non fisico, pur se ognuno può interpretarla come vuole).
Certamente, quanto al sottoscritto cagionato, fu proprio da parte di alcuni uffici che Cafiero dirigeva, mentre ricordo benissimo la conferenza stampa dell'8 Maggio 2014 -mentre si smerciava la poschade investigativa che mi vedeva coinvolto, ingiustamente, falsamente e grottescamente (e qualche stolto improvvido, ancora questa estate la rocordava male la strimentalizzava falsamente- e sempre lui, il 'Cafiero (non?)popolare', si pavoneggiava a favore di flash e telecamere.
Ho persino subito la tortura morale -e relativa privazione dei miei Diritti fondamentali e costituzionali- con annesso ingiusto esilio, ma adesso, per fortuna c'è un procedimento penale in Libano, basato sugli atti che erano stati indirizzati avverso il sottoscritto e firmati dagli stessi collaboratori del 'cafieresco ex procuratore', evidentemente compiuti sotto la sua supervisione. Altrimenti non è possibile che sempre al solito e (non?) 'povero' Cafiero sfuggano le cose, come tenta (penosamente?) di dare ad intendere nei giorni attuali, proprio in merito a quanto concerne le defaillance in seno alla DNA, che ha diretto, dopo aver lasciato la Procura di Reggio Calabria. Pure per tali motivi ho chiesto di essere ascoltato in Commissione Antimafia e comunque ricomunico che la prossima settimana a Beirut, probabilmente, dovrò sottopormi ad ulteriore produzione deposizionale, nel procedimento che mi vede testimone e parte lesa, scaturito dalla surreale inchiesta Breakfast e di cui darò notizia dettagliata, assieme al mio legale di Beirut, in un comunicato ufficiale, ovviamente asseverato secondo le formule giuridiche libanesi.
Ordunque quindi, a chiunque volesse minimamente replicarmi, con stucchevoli luoghi comuni, foss'anche 'Cafieroconesichiama', il quale però farebbe bene a chiarire per prima le parole del suo ex sottoposto Laudati, che a sua volta lo trascina in causa pesantemente (e comunque io non mi faccio certo intimidire- dicevo, nel ribadire tutto ciò premesso, si sappia che il sottoscritto non vede l'ora, in quanto prima del tempo produrro` evidenze di fatti, luoghi, eventi, avvenimenti e circostanze, così come precedentemente a me, hanno fatto in maniera identica e speculare, i padri della nostra patria -a cominciare dai democristiani- alfine di combattere, per vincere la dittatura nazifascista, ricostruendo il Paese e ridando all'Italia liberta`,assieme alla dignità.
Si, la dignità, quella che non ho mai perso e che ho conservato, lottando persino a favore della libertà di ogni cittadino.
Questo mi è stato insegnato, dalla mia famiglia, dalla mia gente di Bovalino e dalla Democrazia Cristiana.

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