La Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha chiesto il rinvio a giudizio per 18 persone coinvolte nell’inchiesta ‘Ducale’ del giugno del 2024, con l’ipotesi di reato, a vario titolo, di associazione mafiosa, tentata estorsione, falso. La pubblica accusa ha chiesto il rinvio a giudizio al Gup di Reggio Calabria – udienza fissata il prossimo 9 maggio – per Domenico Araniti, 73 anni, indicato come capo dell’omonima consorteria mafiosa nel territorio di Sambatello; Francesco Araniti, 66 anni; Pietro Araniti, 88 anni; Daniel Barillà, genero del presunto boss Domenico Araniti; Giuseppe Barillà, 65 anni; Fortunato Bilardi, 85 anni; Natale Corsaro, 27 anni; Nicola D’Ascola, 58 anni; Martina Giustra, 29 anni; Caterina Iannò, 29 anni; Sergio Rugolino, 63 anni; Carmelo Trapani, 52 anni; Domenico Rugolino, 59 anni; Michele Marcianò, 53 anni, e Antonino Francesco Santisi, 54 anni.
La Procura distrettuale antimafia ha stralciato dall’inchiesta le posizioni del capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Giuseppe Neri, del consigliere comunale di Reggio Calabria del Pd, Giuseppe Sera, e del genero del boss Domenico Araniti, Daniel Barillà, attivista del Pd, per i quali aveva chiesto l'arresto per voto di scambio politico-mafioso per le elezioni del Consiglio comunale di Reggio Calabria del 2020 e del Consiglio regionale della Calabria del 2022. Su queste tre posizioni, il Gip, il Tribunale del Riesame e la Corte di Cassazione, avevano rigettato la misura cautelare della Procura.
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