Inchiesta sulla corruzione nel Cosentino: il ricorso della Procura è inammissibile

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La Corte d' Appello di Catanzaro

La maxi inchiesta “Re Nudo” originariamente vedeva nel registro degli indagati oltre 90 persone tra cui l’ex sindaco di Scalea, Mario Russo; dipendenti dell’Asp, amministratori, professionisti

  07 marzo 2024 18:33

È inammissibile il ricorso per alcuni degli imputati coinvolti nella maxi inchiesta “Re Nudo” che, originariamente, vedeva sul registro degli indagati oltre 90 persone tra cui l’ex sindaco di Scalea, Mario Russo; dipendenti dell’Asp, amministratori, professionisti, insospettabili dell’Alto Tirreno cosentino e ha coinvolto anche alcune autoscuole e agenzie di onoranze funebri. L'operazione dei Carabinieri è del dicembre 2020, mentre la sentenza di primo grado fu emessa nel giugno 2021.

La Corte di Appello di Catanzaro ha dichiarato inammissibile il ricorso che era stato presentato dalla Procura di Paola e che riguardava la posizione di alcuni indagati per alcuni capi di imputazione.

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   Secondo l’inchiesta, gli indagati avevano messo su un complesso e articolato sistema correttivo che partiva dalle presunte false invalidità rilasciate quando Russo era presidente della Commissione invalidità di Diamante e da presunti falsi certificati per il rilascio della patente (e per questo filone sono coinvolte anche alcune scuole guida dell’Alto Tirreno). Nell’inchiesta sono finiti, inoltre, presunti illeciti persino sulle visite necroscopiche e sul rilascio del porto d’armi. Infatti, gli indagati - a vario titolo - devono rispondere di concussione, corruzione, associazione per delinquere, falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, truffa aggravata, induzione indebita a dare o promettere utilità. Ora i giudici di secondo grado si sono pronunciati sul ricorso presentato contro la sentenza di non luogo a procedere che era stata emessa dal Gup di Paola, nel Cosentino, nel giugno del 2021.  

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