La riunione del Comitato regionale per il rinnovo dell'Air si riunirà la prossima settima. Dall'interpretazione di un articolo dell'accordo è nato il caso della sospensione dell'indennità aggiuntiva. Le testimonianze dei medici convenzionati del 118
14 ottobre 2020 17:11di GABRIELE RUBINO
Il direttore generale del dipartimento Tutela della Salute, Francesco Bevere, apparso due giorni fa per la prima volta in Commissione Sanità dai consiglieri regionali, sulla questione dell'indennità ai medici del 118 ha detto: "potrà risolversi solo mediante la discussione di un nuovo Accordo in sede di Comitato regionale". E fin qui tutti gli attori protagonisti del 'caso' della sospensione e del recupero del pregresso attivato dall'Asp di Catanzaro sui medici convenzionati che salgono sulle ambulanze sono d'accordo: il dubbio 'interpretativo' va risolto con una riscrittura chiara dell'ormai celebre articolo 29 dell'Accordo integrativo regionale (Air). Da quanto appreso da La Nuova Calabria, un primo incontro del Comitato regionale è stato fissato per mercoledì 22 ottobre. Ovviamente siamo soltanto alle battute iniziali.
LA LEGGE REGIONALE 'SUL PREGRESSO'- Più complicata invece la strada parallela per sanare il pregresso. Infatti, se la nuova riformulazione dell'Air servirà dal momento della sua adozione e per il futuro, resta il problema del recupero delle somme che l'Asp catanzarese ritiene 'indebitamente erogate', mentre i medici dovute. E non sono spiccioli visti che molti medici convenzionati che prestano servizio con il 118 si sono visti sventolare 'un piano di rientro' fino anche a 100 mila euro, il cumulo delle indennità di dieci anni. In questo caso, la soluzione sarebbe l'intervento del legislatore regionale. C'è un precedente in Sardegna che potrebbe essere seguito, ma a Palazzo Campanella - almeno in questo momento- non sembra essere l'opzione più gettonata.
ALCUNI NUMERI- Nonostante un incontro, con convocazione flash, si sia celebrato un paio di settimane fa fra i rappresentanti dell'Asp e alcune sigle sindacali, le due parti restano distanti. E' lontano ancora il momento del disgelo: è un muro contro muro fra azienda sanitaria provinciale ed un centinaio di medici chiamati a prestare servizio in 14 postazioni di emergenza del territorio catanzarese. Al netto delle complicazioni giuridiche, la posizione dell'Asp catanzarese è riassumibile nel fatto che dall'interpretazione dell'articolo 29 dell'Air l'indennità da 5,50 euro all'ora non dovrebbe essere riconosciuta per attività svolte nel corso dell'orario di lavoro, ma al di fuori. Attività 'aggiuntive' che dovrebbero inoltre essere il frutto di una preventiva programmazione periodica e successiva rendicontazione. Di tutt'altro avviso i medici convenzionati che insistono sul fatto che l'indennità va intesa non come indennità 'accessoria' ma come vera e propria integrazione salariale e quindi da svolgere nel perimetro dell'orario di lavoro, in continuità con l'interpretazione dell'Air antecedente. C'è chi comincia a farsi i conti in tasca; tra sospensione e recupero delle somme contestate, i medici convenzionati possono subire tagli netti fino anche a mille euro al mese.
LE TESTIMONIANZE DEI MEDICI: "ACCANIMENTO DA PARTE DELL'ASP"- "Da dicembre dell'anno scorso è cominciato un calvario", racconta una dottoressa qualche ora prima di prendere servizio nella sua postazione di emergenza. In effetti, al di là del lato strettamente economico, molti medici convenzionati si sentono maltrattati dall'azienda. "Già è un lavoro che quasi nessuno vuole fare, oltre ad essere retribuito meno che in altre regioni, se ci trattano così con quale spirito dovrebbe essere migliorato il servizio?". E non sarà un caso se dopo la scure dell'Asp le postazioni demedicalizzate stanno aumentando. Un altro medico dice: "E' un danno che difficilmente si riparerà in poco tempo. Agendo così si vuole solo distruggere l'assistenza ai pazienti". L'altro tasto su cui battono è: "Perché un accordo regionale è interpretato così soltanto dall'Asp di Catanzaro e non da tutte le altre Asp? E' un accanimento anche perché dall'altra parte non rispondono: abbiamo inviato quattro diffide che non sono mai state riscontrate".
IL FRONTE GIUDIZIARIO- Affianco a tutto questo, c'è poi il fronte giudiziario. I medici hanno impugnato le decisioni dell'Asp. Le prime udienze, nel tribunale di Lamezia Terme, sono fissate per metà gennaio. La maggior parte degli operatori sono difesi dal prof. di Diritto del Lavoro a Tor Vergata Antonio Pileggi. Il docente ha elaborato un denso parere pro veritate prima di intentare la causa. Essenzialmente, viene contestata la legittimità dell'operato dell'Asp nel modificare (in peggio) l'interpretazione di un accordo regionale. E viene messa in dubbio la stessa logicità dell'interpretazione dell'Asp. "Se l’art. 29 AIR avesse previsto lo svolgimento di compiti aggiuntivi solo oltre l’orario di 38 ore settimanali e solo in detta ipotesi avesse inteso prevedere il pagamento dell’indennità aggiuntiva, avrebbe sostanzialmente derogato alla previsione del massimale orario di cui all’ACN", si legge nel documento. A decidere chi ha ragione sarà il giudice del lavoro.
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