«L’ordinanza del Gip di Crotone Elisa Marchetto sul “Caso Afflitto” che secondo alcuni farebbe cadere una (e una sola) delle accuse penali nei confronti del consigliere regionale (sub-iudice) Francesco Afflitto va riletta alla luce e oltre il mero dato testuale, rappresentando un precedente assai per pericoloso per i furbetti della pubblica amministrazione e per gli stessi processi di mafia che nel crotonese, purtroppo, non sono un fenomeno raro».
Lo scrive in una nota Alessia Bausone, giornalista ed ex candidata alla Regione Calabria.
«La Giudice nell’escludere ruoli di responsabilità in capo ad Afflitto, fa proprie le motivazioni dell’ordinanza di primo grado del Tribunale di Catanzaro (del marzo 2022) sulla questione della asserita ineleggibilità del consigliere regionale. Provvedimento che, è fatto notorio, non è definitivo e le cui motivazioni non sono riportate dalla Corte d’Appello di Catanzaro. Inoltre il giudizio di Cassazione è ancora pendente.
E’ chiaro, quindi, che la visione contenuta in quel provvedimento è confutabile (e confutata) e, pertanto, certamente chiederò la ri-apertura dell’indagine sul punto una volta che si insedierà, a breve, il nuovo Procuratore capo di Crotone.
Il punto centrale è questo: non si può lasciar certamente intendere che una persona possa testimoniare il falso nel processo Stige dinanzi al Tribunale di Crotone, attribuendosi ruoli e cariche che imperniano la stessa testimonianza, e di fronte a tutto questo si possa fare spallucce. Ciò rappresenta un pericoloso precedente. E di tale questione, nella motivazione del provvedimento che tanta eco sta facendo nelle chat ‘WhatsApp’, non vi è menzione, pur essendo agli atti.
Non mi nascondo, si è arrivato a questo anche a fronte di una carenza investigativa e di una documentata inerzia del Pubblico Ministero assegnatario del fascicolo, il dott. Andrea Corvino, che ha chiesto l’archiviazione 199 giorni dopo la scadenza delle indagini preliminari (di cui non ha chiesto proroga) e, magicamente, due giorni dopo la richiesta di avocazione dell’indagine da me avanzata alla procura generale presso la Corte d’Appello di Catanzaro.
Sono, quindi, consapevole che tale provvedimento del Gip di Crotone era atteso non solo dall’indagato, ma anche da qualche magistrato della Procura di Crotone nei confronti del quale il Consiglio Superiore della Magistratura ha da tempo aperto un fascicolo disciplinare proprio partendo dal “caso Afflitto”.
Basta questo per “sdoganare” le testimonianze “allegre” nei processi? Da donna di legge assetata di giustizia, spero e confido di no».
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