Inizio anno accademico UMG di Catanzaro, la lettera di don Roberto Corapi

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images Inizio anno accademico UMG di Catanzaro, la lettera di don Roberto Corapi

  15 settembre 2025 13:56

di DON ROBERTO CORAPI

Carissimi studenti, professori, personale tecnico e amministrativo,

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con l’inizio di questo nuovo anno accademico, sento il desiderio di raggiungervi con un pensiero di benedizione, di incoraggiamento e di speranza.

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’università è un luogo prezioso dove si costruisce il futuro: non solo attraverso lo studio e la ricerca, ma anche attraverso le relazioni, i dubbi, i sogni, e — perché no — anche le fatiche quotidiane. È un tempo bello, a volte complesso, in cui ciascuno è chiamato a crescere, a formarsi, a cercare il senso profondo di ciò che sta diventando.

 

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Per accompagnarvi in questo cammino, vorrei condividere con voi una piccola storia, che custodisco da tempo e che parla al cuore.

IL BAMBINO E LE QUATTRO CANDELE

C’erano una volta quattro candele che ardevano lentamente. L’ambiente era talmente silenzioso che si poteva sentire la loro conversazione.

 

La prima candela disse:

«Io sono la Pace, ma gli uomini non riescono a tenermi accesa. C’è tanta guerra nel mondo Penso che non mi resti altro da fare che spegnermi».

E si spense.

 

La seconda candela disse:

«Io sono la Fede, ma sono diventata superflua. Gli uomini non vogliono sapere nulla di Dio, per cui non ha senso che resti accesa».

Appena finì di parlare, una brezza leggera la spense.

 

Triste, la terza candela a sua volta disse:

«Io sono l’Amore, ma non ho più la forza di restare accesa. Gli uomini mi mettono da parte. Si vedono solo odio, violenza e indifferenza…»

E anch’essa si spense.

 

In quel momento entrò un bambino. Vide le tre candele spente e con gli occhi pieni di lacrime disse:

«Perché siete spente? Io ho paura del buio Voi dovevate rimanere accese per sempre!»

 

Allora la quarta candela parlò:

«Non temere, bambino non piangere .Finché ci sono io possiamo riaccendere le altre tre : la pace , la fede e l’amore .Io sono la Speranza. 

Con gli occhi pieni di lacrime , il bambino prese la candela della Speranza e riaccese le altre tre.

Cari amici, in questo nuovo anno accademico possiamo essere un po’ come questo  bambino. Magari ci capiterà di vedere spegnersi qualche “candela” attorno a noi: la fiducia in noi stessi, la serenità, la voglia di continuare. Ma finché la Speranza rimane accesa — e quella nessuno ce la può togliere! — abbiamo la possibilità di riaccendere la pace, la fede, l'amore. 

Non siete soli. Insieme possiamo camminare, cercare, crescere.

Vi auguro di cuore un buon inizio d’anno, con la certezza che ogni giorno è un dono da vivere in pienezza.

 

Vi accompagno con la preghiera e con la mia presenza,

 

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