Intrieri: "Sentinella Est e la sfida NATO sul fianco orientale"

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Intrieri: "Sentinella Est e la sfida NATO sul fianco orientale"
Marilina Intrieri
  13 settembre 2025 16:59

di MARILINA INTRIERI

La NATO ha lanciato la missione Sentinella Est per rafforzare il proprio fianco orientale dopo la violazione senza precedenti dello spazio aereo polacco da parte di droni russi. Un’operazione che non si limita a incrementare i voli dei caccia, ma che introduce capacità dedicate al contrasto dei droni, ormai divenuti l’arma a basso costo più diffusa nei conflitti contemporanei.

Banner

Sul tavolo c’è anche un’ipotesi più ambiziosa: la creazione di una sorta di “no-fly zone ridotta” tra Polonia e Ucraina pensata per abbattere i droni russi prima che raggiungano il territorio dell’Alleanza. Kyiv la vorrebbe con forza; molti alleati riflettono, divisi tra la volontà di proteggere i propri cieli e il timore di un’escalation con Mosca. Gli Stati Uniti, arbitri decisivi, non hanno ancora sciolto la riserva.

Banner

È giusto allora intraprendere questa strada? Dal punto di vista militare, sì: significa rendere credibile la deterrenza e dare un messaggio forte a chi mette alla prova la NATO. Ma il piano ha implicazioni politiche delicate: introdurre una no-fly zone, anche limitata significa avvicinarsi a un ruolo di intervento diretto con il rischio di spostare l’Alleanza da semplice garante difensivo ad attore operativo nel conflitto.

Banner

Questo scenario riporta alla memoria un’altra fase storica quando trent’anni fa il dibattito riguardava non l’Est ma il fronte Sud. Allora Crotone fu indicata come sede di una base americana. Io stessa in qualità amministratore locale della città e di segretaria provinciale di Confartigianato fui tra gli amministratori invitati a visitare la base di Ramstein, in Germania, per vedere come avrebbe potuto trasformarsi il nostro territorio. I terreni erano stati individuati e le condizioni create: era un’opportunità concreta. La sinistra si opponeva, noi democristiani ci schierammo convintamente a favore, consapevoli del salto culturale ed economico per il territorio  che ne sarebbe venuto, in Italia però  la politica si divise.

 

Quando, oramai, sembrava fatta il Congresso americano tagliò i fondi e l’occasione sfumò, lasciando a Crotone la consapevolezza in quanti convintamente la sostenevamo di un appuntamento con la storia mancato.

Oggi, con Sentinella Est, la NATO si concentra a Est: un fronte urgente, inevitabile, dato il conflitto in Ucraina. Ma la riflessione non può esaurirsi lì. L’Alleanza deve interrogarsi anche sul Mediterraneo, che resta instabile per crisi migratorie, terrorismo, instabilità africana. È giusto proteggere il confine orientale, ma lo è altrettanto ricordare che il fronte Sud non può essere tralasciato.

Perché la difesa collettiva non è mai solo un fatto militare: è politica, economia e visione di futuro. E se la NATO oggi riafferma la propria determinazione a est, il sud d’Europa e Crotone in particolare ricorda quanto le grandi decisioni strategiche possano cambiare, o frenare, il destino di un territorio.

 

 

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner