"Ipocrisia del potere e furbizia paesana nella Calabria dei vitalizi e della povertà". La proposta di Franco Cimino per cambiare e risparmiare

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images "Ipocrisia del potere e furbizia paesana nella Calabria dei vitalizi e della povertà". La proposta di Franco Cimino per cambiare e risparmiare
Franco Cimino
  30 maggio 2020 23:07

di FRANCO CIMINO

È la domanda che genera la risposta. Da sempre è così. Da quando nelle prime evoluzioni biologiche della nostra vita animale, milioni di anni fa, è comparsa l’intelligenza umana, essa si è progressivamente affinata attraverso le domande. Molto tempo dopo, la filosofia le ha organizzate in forma sistemica e razionale dando origine alla scienza, che ad alcune risposte ha dato validità provvisoriamente oggettiva.

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Fermiamoci qui per non addentrarci presuntuosamente in tematiche assai impegnative, almeno per la domanda elementare che ci vogliamo porre, a seguito della votazione unanime del Consiglio Regionale di alcuni giorni fa, con la quale si riconosce a qualsiasi consigliere il diritto a percepire una sorta di vitalizio quale che fosse il tempo di durata del suo mandato. Di un mese o di un solo giorno? Parrebbe proprio di sì. La domanda dedicata è:”se non ci fosse stato un “ informatore”, un ricercatore, uno qualsiasi, emerso spontaneamente dal web prima ancora che gli organi d’informazione ufficiali se ne accorgessero, a dare questa “ scandalosa” notizia, molti consiglieri regionali, uno dopo l’altro come le ciliegie alla bocca, avrebbero dichiarato di voler cancellare quella leggina da quattro soldi( per quattro soldi, è meglio)? Probabilmente(?) no. Quasi certamente avrebbe preso la direzione che hanno preso negli anni quei piccoli aggiustamenti agli “ stipendi” che nel mentre si faceva finta di ridurli, per altre vie si mantenevano sostanzialmente intatti. Quest’ultima leggina si ferma dinanzi al senso di vergogna che si è abbattuto come un ciclone sul Palazzo Campanella con sede a Reggio Calabria. Sorge, però, un’altra domanda e poi ancora un’altra.

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Tutte queste domande si nascondono dietro la ventata d’euforia collettiva che avvolge i calabresi dinanzi a questa “ nuova grande vittoria”(il dichiarato ritiro dell’ultima decisione legislativa sui vitalizi) per la quale, soddisfatti, ritorneranno a sonni più tranquilli e alle preoccupazioni più pesanti per l’aggravata povertà. La prima nuova domanda:” è mai possibile che trentuno persone, che per raggiungere quegli scranni hanno dovuto impiegare mille furbizie, un milione di occhi, quintali di forza fisica e tonnellate “ di mo’ li frego io”, settemila trasformismi e diecimila opportunismi con altrettanta dose di cinismo, fossero diventati tutti improvvisamente così ingenui da non capire (sono dichiarazioni di molti di loro!) cosa stessero votando? Trentuno furbi da farsi fregare da un genietto più furbo di loro messi insieme? E chi è questo grandioso personaggio da proporre con orgoglio identitario per un qualche riconoscimento internazionale?” La risposta è nella domanda. Ed è una sola: non sono né fessi né ingenui. Tutti sapevano cosa avrebbero liquidato, e in pochi secondi, con quel voto. In questa furbizia c’è la scelta del periodo sempre adatto per queste operazioni, che solitamente si consumano in pieno agosto o in una piena qualche emergenza. Il tempo migliore, cioè, essendo la gente distratta o dalla vacanza o dalla paura. Un vecchio classico, insomma, della più brutta politica. In passato ha sempre funzionato. La Regione Calabria in queste furbizie batterebbe con distacco tutti. Lo ricordo a me stesso: anni fa, in pieno agosto, la peggiore riforma elettorale e, sempre in questo mese, gli aumenti delle indennità e tanti altri benefici e privilegi, che neppure nelle aristocrazie di potere più distanti dal popolo sono mai stati praticati, Sudamerica compreso.

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L’altra domanda, la più importante. Forse, la più inquietante. “ Perché, da pochi mesi eletti, trentuno consiglieri regionali mettono a rischio la propria reputazione per una cosetta apparentemente così insignificante che poco o nulla avrebbe a che vedere con il loro interesse cogente? “ Ci deve essere senz’altro qualcosa sotto, che una manina potrebbe a sorpresa( il prossimo agosto?)tirar fuori. Cosa può essere questa cosa molto appetitosa da creare questa grande unità di giganti della politica e dell’etica sociale? Anche qui la risposta si trova nel punto interrogativo. E anche in ciò che vi sta prima. Basta dare un’occhiata, con la loro stessa furbizia, a qualche tentativo già perpetrato nel recente passato, per capirlo. Durante l’anno conclusivo della precedente legislatura, un paio di volte almeno, quell’Assemblea regionale ha provato a far rientrare dalla finestra ciò che sei anni prima era stato cacciato dalla porta. E cioè, il consistente vitalizio per tutti i consiglieri regionali misurabile in rapporto alle legislature di ciascuno. L’immediata reazione della pubblica opinione è riuscita a bloccarlo. L’arroganza e l’ingordigia si è fermata giusto in tempo. Il merito però non è stato né della resipiscenza dei protagonisti né della forza popolare fattasi coscienza politica. Si era alla scadenza della legislatura, quasi tutti gli uscenti si sarebbero presentati alle elezioni. E così la paura a novanta, l’opportunismo e l’ipocrisia hanno fatto un bel miscuglio minaccioso. Il sospetto che da questi ultimi fatti sembra formarsi è che quella volontà possa essere più facilmente riproposta oggi che tanto lontani si è dal prossimo esame elettorale.

E poi c’è sempre l’antica malattia dei calabresi, la dimenticanza che cancella tutto e ogni politico fa vergine di se stesso e della sua storia. Non è così? Abbiamo fatto peccato a pensarlo e doppiamente mortale nel manifestarlo? Non c’è problema. Basta ritirare tutta la leggina deliberata l’altro ieri e, nel contempo, approvare un documento unitario in cui tutti si dichiarino indisponibili a riproporre per il futuro ogni cosa che possa introdurre, in qualsiasi forma( sistema contributivo compreso) il vitalizio abolito. E visto che ci siamo, si completi l’azione di una nuova moralizzazione dell’Ente. Si vari nella stessa seduta un altro provvedimento che riduca sensibilmente le indennità, già considerate eccessive, dei consiglieri regionali e degli organi di governo e sottogoverno, nonché gli stipendi dei managers e degli alti dirigenti regionali, che risultano tra i più alti d’Italia in assoluto. Si riducano altresì, per legge, privilegi e benefici. In particolare, quelli ricadenti nella voce assistenza e struttura dei consiglieri regionali, il cui costo complessivo è davvero non solo alto ma anche insopportabile. Per le casse e per la coscienza collettiva.

È in rapporto a quest’ultima che il sottoscritto, da sempre sostenitore di un adeguato compenso per chiunque occupi una carica elettiva o dalle assemblee elettive discendente, chiede, e da lungo tempo, un più equilibrato rapporto tra indennità e vitalizi nella politica e stipendi, salari e pensioni dei cittadini. E questo a partire dal Parlamento. Non è infatti più accettabile che, mentre il Paese tutto si impoverisca, e di più nel corso di questa nuova crisi economica, vi siano circa tremila italiani che, pur pagati dagli altri sessanta milioni, godano di “ compensi” divenuti troppo alti poiché troppo distanti da quelli comuni. Inizi la Calabria a dare il buon esempio così che l’ambizione della Presidente Santelli di sfidare i potenti e i governi forti, per porre la nostra regione al centro del rinnovamento della politica italiana, non sarà la sterile esibizione di un fanatismo di provincia in cerca d’autore, ma l’effettiva azione di una Calabria nuova. Bella, onesta, pulita. Intelligente e progressista. Se nessuno volesse muoversi in tale direzione, lo faccia Pippo Callipo. E presto, così che possa riscattare questo suo inizio discutibile in cui ai più è apparso troppo timido e diplomatico in luogo di quella immagine di intransigente rinnovatore e di “ testardo” moralizzatore della vita politica delle istituzione, su cui si è concentrata gran parte della fiducia e delle speranze dei calabresi.

Agli altri non è neppure utile fare la richiesta. Ci vorrebbe una sinistra autentica, un grande partito che la guidi e un’opposizione che si possa dichiarare tale e uomini che in questo campo vi abbiamo lungamente militato con coerenza e coraggio. Ma sono tanti anni che non si vede neppure l’ombra di tutto questo, nella Calabria delle omologazioni e delle indistinte misere unità dei compromessi.

 

 

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