“Jamu”.. e nessuno resta indietro. Va avanti il progetto degli chef calabresi al fianco delle persone più sole

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images “Jamu”.. e nessuno resta indietro. Va avanti il progetto degli chef calabresi al fianco delle persone più sole
Alcuni degli organizzatori e dei volontari di Jamu
  22 maggio 2020 13:13

di CLAUDIA FISCILETTI

Jamu-Nessuno indietro, è il nome dell’iniziativa solidale nata ad aprile per contrastare l’emergenza covid19 con le “armi” dell’altruismo e -perché no- della buona cucina. Un progetto che, da ormai due mesi, è riuscito a dare supporto a tutte quelle famiglie e a quelle persone sole in stato di necessità, isolate dai loro familiari durante la fase del lockdown, tramite la consegna a domicilio di pasti preparati dai cuochi calabresi che hanno prestato la loro arte ed il loro tempo all’iniziativa, coadiuvati dai volontari che due volte a settimana -il mercoledì e la domenica- hanno portato il pranzo ai beneficiari di cui fanno parte anche il Rotaract club di Catanzaro e il Leo club “Rupe Ventosa”.

Banner

Banner

“Abbiamo scelto la parola Jamu, proprio per stimolare le persone a muoversi, a dare il loro aiuto”, spiega Carla Gioffrè, una delle organizzatrici del progetto con Alessia De Siena e Francesco Ferragina. Tutti e tre di Catanzaro, tutti e tre spinti dalla volontà di fare qualcosa per la propria città. “L’iniziativa è nata quasi per caso, chiacchierando con Alessia”, continua Carla: “Ci siamo rese conto che la situazione in città era abbastanza critica, quindi abbiamo dato vita a questo progetto per renderci utili durante un momento difficile”.

Banner

Famiglie in difficoltà, persone anziane e sole, hanno trovato non solo un pasto sicuro durante la quarantena, ma anche qualcuno che non facesse sentir loro la solitudine, triste conseguenza del covid19. “Oltre all’ottima qualità dei pasti, i ragazzi che venivano a consegnarmi il pranzo erano anche disposti a parlare con me. Anche se per soli cinque minuti, quella piccola conversazione mi ha fatto sentire meno sola a tal punto che il mercoledì e la domenica mi sembrava quasi di attendere uno dei miei familiari”, a raccontarlo è uno dei beneficiari di Jamu. Il lato umano del progetto è un ingrediente fondamentale per il suo successo. “Ad ogni pasto inseriamo un bigliettino di colore giallo in cui scriviamo il nome di chi ha cucinato e aggiungiamo una piccola frase motivazionale, diversa ad ogni consegna. Questo semplice bigliettino per noi equivale a dare un abbraccio ai beneficiari”, continua Carla che sottolinea come Jamu voglia far capire che in questo momento nessuno è solo, basta un piccolo gesto ed unire le proprie forze. Sono 150 i beneficiari dell’iniziativa e circa 20 volontari che a turnazione effettuano le consegne, così come i cuochi a turno preparano il pranzo. “Vogliamo far partecipare tutti quelli che ci contattano”, spiega Carla che coordina proprio i volontari, mentre Alessia De Siena, cuoca professionista, coordina i suoi colleghi.

I beneficiari, invece, nella maggior parte dei casi sono stati segnalati dalla Caritas diocesana e da alcuni familiari preoccupati per qualche loro parente rimasto solo in casa. “Siamo contenti per la grande collaborazione che hanno dimostrato i cittadini di Catanzaro”, afferma Carla che, con gli altri organizzatori, non immaginava di avere un tale riscontro e che quindi ha ringraziato tutte quelle persone che hanno dimostrato il loro sostegno tramite un semplice messaggio sui social o che hanno fatto donazioni, senza dimenticare i volontari e i cuochi. “Si è venuta a creare una vera e propria rete, e questo ci ha toccato profondamente perché di solito si pensa che Catanzaro non sia una città unità, ma in questa circostanza ha dimostrato il contrario”, spiega Carla, aggiungendo come varie attività commerciali che hanno spontaneamente offerto il loro aiuto.

Durante la Fase 1, Jamu è stata una delle iniziative eccellenti -oltre alle altre iniziative nel capoluogo di Regione- che ha riscontrato grande approvazione, soprattutto dai beneficiari. Adesso, con la Fase 2, le cose potrebbero cambiare con i volontari che tornano a lavoro ed i cuochi che riaprono le loro attività. “I beneficiari sanno che Jamu non è un progetto a lungo termine, tuttavia non vogliamo fermarlo dando un taglio netto, ma gradualmente”, spiega Carla che poi aggiunge: “Ma finché abbiamo le donazioni e le persone noi andiamo avanti. Tutto è ancora in fase di organizzazione”. Parole a cui si aggiunge anche l’opinione di una delle beneficiarie del progetto, che l’ha trovato talmente efficiente da dire: “Iniziative come queste possono essere portate avanti anche oltre l’emergenza coronavirus perché a Catanzaro ci sono ancora tante persone che hanno bisogno di aiuto”.

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner