La Calabria Straordinaria del Festival d'autunno, l'intervista ad Antonietta Santacroce

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Antonietta Santacroce, direttore artistico Festival d'autunno
  04 agosto 2023 13:33

di VITTORIO PIO

Da ormai vent'anni la città di Catanzaro è illuminata dal Festival d'Autunno, un progetto di respiro internazionale che ha via via allargato la sua sfera d'influenza a una buona parte del territorio provinciale.

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Per l'edizione ormai imminente, il suo Direttore Artistico Antonietta Santacroce, ha previsto di onorare al meglio questo numero importante con un cartellone quanto mai duttile, fra i quali spiccano le esibizioni di Loredana Bertè, Patty Pravo, Carmen Consoli, Gonzalo Rubalcaba, Remo Anzovino, Elio & Le Storie Tese fra molte altre, all'insegna di proposte non inflazionate, ritorni d'eccezione ed esclusive assolute di cui lei stessa ci parlato in anteprima: "Si tratta di un’edizione varia che spazia dal jazz al rock, dalla danza alla recitazione con prime nazionali e coproduzioni di livello elevato - ribadisce con soddisfazione - penso sia un bel modo di festeggiare con la città tutta il ventennale del festival, che già coinvolge diversi talenti calabresi e che unirà la città con una mostra itinerante sui questo nostro cammino insieme a Festival: le immagini più belle, realizzate da Salvatore Monteverde, saranno allestite insieme alle opere realizzate da docenti e alunni dell’Accademia delle belle arti di Catanzaro. Quest’ultima ha infatti aderito entusiasta all’iniziativa che non solo coinvolge il cuore della città di Catanzaro ma festeggia anche due compleanni importanti, il ventennale di Festival d’autunno e il cinquantesimo dell’Accademia.

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Nell’organizzare un evento esistono sempre problemi da superare preoccupazioni a cui far fronte ma anche l'adrenalina di una sfida sempre nuova: qual è secondo lei la ricetta giusta per organizzare un Festival come il suo e, se  presenti, quali sono i modelli ai quali si ispira in Italia e all’estero?

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"Il Festival d’autunno non ha un modello di riferimento. È cresciuto seguendo l’evoluzione dei tempi, ma mantenendo sempre alta la cifra artistica e di sperimentazione. Accanto a eventi per il grande pubblico ci sono anche eventi di sperimentazione creati appositamente per valorizzare i luoghi in cui si svolgono. Quelli di quest’anno in particolare esaltano la storia bizantina calabrese : la Grangia di Sant’Anna, a Montauro, il chiostro dell’Osservanza a Catanzaro, palazzo Santa Chiara a Tropea, erano antiche strutture che si ricollegano a una ricerca storica già attuata dal Festival e confluita nel 2017 nel documentario “God blessed Calabria”. Finalità del festival è quindi offrire una programmazione culturale alta e far conoscere una Calabria diversa da quella promossa tradizionalmente dai media".

Quali sono stati i momenti o le tappe più significative di questo percorso?

"La nascita del festival  nell’ottobre 2003: l’inaugurazione fu affidata a una produzione del Festival “Shakespeare e dintorni” con Giorgio Albertazzi che declamava il bardo inglese e l’orchestra che eseguiva le musiche coeve di Purcell. A completare il tutto decine di figuranti con abiti splendidi abiti barocchi di Canzanella. Nel 2009 abbiamo aggiunto la sezione di approfondimento culturale, poi nel 2017 è stata aggiunta alla programmazione autunnale quella estiva che perdura ancora. Fra gli ospiti come non ricordare le eccellenze rapprentante da Herbie Hancock, autentica leggenda vivente del Jazz, Tania Maria, Luis Bacalov, Al Di Meola, Paco de Lucia , Dionne Warwick, Dee Dee Bridgewater, Noa, e artisti italiani di punta, tra i quali ricordo con piacere Nicola Piovani, Al Bano, Franco Battiato, Lucio Dalla, PFM, Vinicio Capossela, Fabrizio Bosso, Stefano Bollani, Alex Britti, Neffa, Irene Grandi, Renzo Arbore, Ornella Vanoni, Fiorella Mannoia, Mario Biondi, Arisa e i Baustelle".

Cosa vuol dire essere un'operatrice culturale in Calabria?

"Vuol dire avere una visione a 360 gradi di tutta la filiera dalla ideazione alla rendicontazione. Anche se è molto migliorata la professionalità e specializzazione in questo settore, mancano purtroppo in Calabria figure d’esperienza in grado di coordinare il tutto. Cosicché sono direttore artistico solo sulla carta, in realtà mi occupo anche di organizzazione, ricerca sponsor, coordinamento artistico e coordinamento generale. Questo consente però al festival di godere di maggiore omogeneità . Un po’ come il regista teatrale Stefano Poda, che si occupa nelle sue opere di regia, coreografia, costumi e scenografie. Nel mio piccolo faccio lo stesso con il festival.  Poi vuol dire intercettare i nuovi talenti e dare loro una chance, per questo sono molto legata al contest Next Music Generation che in questi tre anni ha dato visibilità a tanti artisti calabresi, alcuni dei quali sono stati protagonisti delle nostre produzioni originali".

Nel suo lavoro il rapporto con il territorio ha tanti significati. La risposta del pubblico però occupa un ruolo fondamentale nel nell’organizzazione degli eventi dal vivo. In che modo è cambiata questa risposta nel tempo e quali sono gli ostacoli che dovuto superare per costruire un rapporto con gli spettatori e partecipanti al suo festival...

"Il rapporto è sempre stato fidelizzato anche se bisogna distinguere tra un pre e post Covid: negli ultimi due anni abbiamo notato la paura a tornare a teatro e abbiamo messo in campo strategie di intercettazione del pubblico differenti. Quest’anno dalle risposte entusiaste avute già a giugno, non appena il festival è stato presentato, mi sembra che il peggio sia ormai alle spalle".

Nonostante i confini allargati, il palco principale resta quello di Catanzaro, che è la nostra città: rispetto all'inizio del festival come è cambiata? La trova più ricettiva o sempre un po’ svogliata?

"Dal punto di vista culturale c’è stato un declino. Nel 2003 il festival aveva un cartellone barocco e 500 abbonati. Se dovessi proporre qualcosa di simile ora, non supererei i 50 spettatori. La programmazione pubblica degli ultimi anni è stata troppo commerciale e il pubblico adesso si aspetta di trovare a teatro ciò che vede in televisione. Diciamo che la mia visione è più alta e provo a fare sintesi con le richieste del pubblico e la necessità di una programmazione che elevi il livello culturale dello spettatore senza appesantire troppo la visione".

Facciamo un passo indietro, ovvero come si concilia la sua attività con le politiche istituzionali, nello specifico regionali di promozione della cultura e del suo territorio? Che margini ci sono per cui possano ritenersi concretamente efficaci?

"Siamo perfettamente in linea anche perché il brand coniato dalla Regione, “Calabria straordinaria”, si sposa in pieno con l’idea di un connubio virtuoso tra arte, spettacolo e territorio. Il Festival d’autunno ha da sempre creato un forte legame tra la proposta culturale e i luoghi che hanno fatto da cornice al cartellone. L’evento diventa, così, un eccezionale veicolo di promozione turistica sostenuta anche da tutte le strategie di comunicazione che il Festival mette in atto".

Per la Catanzaro calcistica, quella alle spalle è stata un'annata trionfale: praticamente lei non ha saltato una partita. Prima di essere la moglie del Presidente Noto ci è sembrato che fosse animata da un'autentica passione per i colori giallorossi. Com'è nata?

"Si è trattato di un anno straordinario che ha portato una ventata di benefica euforia a tutti i livelli. Mio padre era una supertifoso ed allo stadio le prime volte mi ci ha portato lui. Potevo avere 5-6 anni ed avevo già la mia tessera di abbonata: con mio fratello occupavamo la stessa sedia per quanto eravamo piccoli.  Per un lungo periodo ho sospeso, anche se nel mio cuore il tifo era sempre vivo, poi ho ripreso nel 2017 e devo dire che ho sempre una grande trepidazione nell'assistere alle partite delle aquile".

Come vorrebbe invitare il pubblico per partecipare alle celebrazioni di questo ventennale?

"Mi auguro di vedervi numerosi per godere appieno della bella musica e dei luoghi evocativi in cui  sono inseriti. Tutti gli spettacoli in cartellone sono imperdibili per motivi diversi e seguirli tutti offre una visione a 360 gradi: il rock della Bertè, la canzone d’autore di Patty Pravo, Carmen Consoli e Emozioni, l’omaggio a Lucio Battisti. La grande lirica dell’omaggio a Caruso e le produzioni originali che miscelano la tarantella con la musica irlandese (Taranta Celtica) e con i suoni del Mediterraneo (Eastbound); il grande jazz con Gonzalo Rubalcaba e Paolo Di Sabatino , la comicità irresistibile di Maurizio Battista, oltre alla danza, alla recitazione, al circo teatro che affascinerà grandi e piccini. Insomma ce n’è per tutti i gusti ed ogni sera sarà uno spettacolo completamente diverso dal precedente. Non vi rimane che seguirci. Inizieremo a Soverato il 17 agosto nella splendida Arena del Lungomare (l’ex Summer Arena) con un mito di fiere origini calabresi per la sua voce, il temperamento e la grinta che la contraddistinguono, rendendola unica: applausi per Loredana Bertè, la regina del rock".

Per maggiori informazioni e dettagli visita il sito ufficiale del Festival: CLICCA QUI

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