di PAOLO CRISTOFARO
Oltre alla Calabria delle emergenze, alla Calabria delle inchieste, alla Calabria dei commissariamenti, alla Calabria dall'incerta compagine politica e dei giovani in fuga, c'è un'altra Calabria. Oltre alla Calabria che non basta mai, che secondo qualcuno non è mai all'altezza, c'è una Calabria che non solo basterebbe a se stessa, ma che potrebbe servire al mondo per scoprire un passato lontano che è parte di tutti, che è patrimonio di tutti: è la Calabria della storia, dell'archeologia, dei tesori nascosti, della bellezza. Tra questi tesori, tra le mille e una traccia di storie antiche, di popoli passati, di civiltà dimenticate, di gioielli in pietra che restano lì, muti, ad aspettare che qualcuno se ne ricordi, c'è la piccola chiesetta di Panaja (probabilmente di origine bizantina), a Caminia di Stalettì.
La Caminia dell'estate, del mare, della movida, delle discoteche, è nota a tutti. Ma quanti dei visitatori che d'estate attraversano la nostra regione l'hanno vista? Quanti calabresi stessi sanno dove sia o ne conoscono la storia? Probabilmente pochissimi. Si trova a due passi dalla spiaggia, tra gli alberi della pineta, alla fine di un percorso naturalistico che, partendo dalla strada in cima alla collina, porta alla spiaggia, ma che pare, purtroppo, poco frequentato e poco valorizzato. Come riporta il sito internet "I luoghi di Cassiodoro", promosso dalla rete dei Comuni di Squillace, Stalettì e Montauro, l'edificio - probabilmente dedicato al culto mariano - l'edificio faceva parte dell'antico Monastero di S. Martino, i cui possedimenti, nell'XI secolo, furono donati dal Conte Ruggero di Calabria e Sicilia all'Abbazia benedettina di Mileto, da identificare con i resti della chiesa di S. Maria di Tavermonte. La chiesetta sarebbe dunque S. Maria di Panagia, figurante nel 1310 già tra le chiese della Diocesi.
Un piccolo tesoro dell'archeologia calabrese - nascosto e avvolto dalla vegetazione e dalla nebbia dell'indifferenza - che rischia di rimanere nell'incuria più totale. La presenza di transenne e reti arancioni, farebbe pensare a lavori o scavi ancora in corso, ma non sappiamo, al momento, quale sia la situazione dei finanziamenti destinati alla struttura e quale sarà il suo destino. Ci limitiamo ad osservare, dal punto di vista di chi guarda ad una "Nuova Calabria", ad una Calabria con al centro anche la bellezza e i tesori dimenticati, le potenzialità e la storia affascinante di uno dei tanti luoghi sorprendenti di questa terra, che ci aspettiamo di vedere, al più presto, pubblicizzato e fruibile. Di seguito un video realizzato da Massimo Iannuzzi di "Amazing Kalabria" che ringraziamo per il contributo.
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