di GABRIELE RUBINO
La tenuta della coalizione di Valerio Donato è a forte, anzi a fortissimo rischio. Se l'uscita sulla sede del Consiglio regionale poteva essere 'derubricata' a un fraintendimento, quanto successo nel corso della trasmissione 'Catanzaro Capitale' de La Nuova Calabria è stata una 'bomba'. Nel corso del confronto fra i quattro candidati a sindaco, il prof. dell'Umg ha dichiarato "se dovesse venire Salvini farà la sua attività politica ma certamente non potrà vedere al fianco (di Salvini) la mia persona". Tutto questo pur se la Lega ha pubblicamente appoggiato Donato.
MALUMORI FINO A ROMA E SPACCATURA- E' vero, poi è arrivata la precisazione di Donato sulla "caratura squisitamente civica del governo che intendiamo assicurare alla città", e, a stretto giro, quella del presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso con cui lanciava l'ennesimo avvertimento al candidato a sindaco di Catanzaro. Ma la questione è tutt'altro che risolta. Fonti accreditate riferiscono di una frattura molto profonda creatasi dopo le parole di Donato che da Catanzaro sono rimbalzate a Roma, con lo stesso leader della Lega che di certo non può essere contento. Una cosa sono le lamentele degli esponenti del centrodestra reggino sulla sede di Palazzo Campanella, altra il malumore di un leader nazionale. Il rapporto di fiducia si è incrinato e francamente in queste ore è parecchio difficile possa essere ricucito.
IL CENTRODESTRA CLASSICO POTREBBE TORNARE SE SI CANDIDA... - E allora che si fa? L'appoggio di Mancuso a Donato non è finora saltato per una mera logica di convenienza. Perché se l'alternativa è tornare al quadro 'naturale' del centrodestra, nel frattempo Fratelli d'Italia sta per schierare ufficialmente Filippo Pietropaolo. Con l'assessore regionale candidato a sindaco (che già ha ricevuto dal presidente Occhiuto l'alert che farà campagna elettorale senza deleghe), ragionano dalle parti di Mancuso, "si perde e si consegna la città a Fiorita". Ossia, si tornerebbe al vero freno delle interpartitiche del centrodestra andate in scena tra febbraio e marzo: l'assenza di un candidato che garantirebbe il successo al primo turno. Spauracchio che si è materializzato quando fu 'silurata' la primissima proposta di Mancuso incentrata sul nome di Baldo Esposito. Se la coalizione di centrodestra si può riformare c'è un nome che metterebbe praticamente tutti d'accordo: Wanda Ferro. "Con lei invece si vince". Ora più che mai la svolta può arrivare proprio dalla leader calabrese di Fratelli d'Italia.
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