La cosca di 'Ndrangheta dei Molè di Gioia Tauro voleva uccidere il procuratore Di Palma

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Il tribunale di Palmi

A svelarlo oggi dinanzi al Tribunale di Palmi, il collaboratore di Giustizia Domenico Ficarra, imputato nel processo ‘Nuova narcos europea’,

  04 aprile 2024 19:49

Il magistrato Roberto Placido Di Palma, attuale capo della Procura della Repubblica dei Minori di Reggio Calabria, precedentemente Sostituto procuratore della Dda, era finito nel mirino della temibile cosca di ‘ndrangheta dei Molè di Gioia Tauro.

A svelarlo oggi dinanzi al Tribunale di Palmi, il collaboratore di Giustizia Domenico Ficarra, imputato nel processo ‘Nuova narcos europea’, scaturito dall’omonima operazione del novembre del 2021 che portò all’arresto di 36 persone, tra cui elementi di primo piano delle cosche di Gioia Tauro e Rosarno, con interessi criminali estesi anche a Milano e Firenze. 

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I Molè – secondo quanto ha riferito oggi Ficarra, che è stato condannato in primo grado a quattro anni e quattro mesi di reclusione – avrebbero pensato a una ritorsione contro il magistrato a seguito di un diverbio in aula con Mommo Molè, padre di Rocco, condannato in primo grado a 20 anni di reclusione. Mommo Molè si era lamentato pubblicamente contro Di Palma affermando che il magistrato voleva “farsi pubblicità sulle nostre spalle”. Affermazione prontamente rintuzzata dall’ex sostituto procuratore distrettuale, il quale aveva risposto: “Siete trattati per quello che siete: mafiosi”. 

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