
di ANTHONY NEAL MACRÌ*
È una notizia che segna un momento storico per il nostro Paese: l’UNESCO ha ufficialmente riconosciuto la cucina italiana come Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Un risultato che va ben oltre la celebrazione dei piatti più iconici: è il riconoscimento di una cultura fatta di tradizioni quotidiane, di gesti tramandati, di comunità che si ritrovano attorno a una tavola per condividere non solo cibo, ma identità e legami umani.
In questo grande racconto nazionale, la Calabria non è mai stata al centro. Per troppo tempo è rimasta ai margini della narrazione enogastronomica italiana, spesso sottovalutata o ridotta a stereotipo. Eppure è proprio qui che si conserva una delle espressioni più autentiche della cultura del cibo celebrata dall’UNESCO.
In Calabria il cibo è ancora un rito collettivo. È l’impasto fatto insieme, la conserva che nasce dalla stagione, la cucina che profuma di casa più che di ristorante. Le ricette non sono costruite per stupire, ma per unire. Ogni piatto porta con sé una storia familiare, un legame diretto con la terra, con chi coltiva, alleva, raccoglie. Qui il cibo non è spettacolo: è verità.
Oggi, mentre il turismo globale sta cambiando pelle, cresce una nuova domanda: non più vacanze standardizzate, ma viaggi di scoperta. Le persone cercano esperienze che permettano di entrare in contatto con le culture locali, con il territorio e soprattutto con le comunità. È in questo passaggio che la Calabria può finalmente emergere, proprio grazie al suo patrimonio gastronomico e umano.
Il successo degli eventi del Calabria Food Fest nasce da questa esigenza profonda: offrire non solo degustazioni, ma incontri. Ogni festa, ogni laboratorio, ogni tavola condivisa diventa un momento di connessione tra visitatori e produttori, tra ospiti e famiglie locali, tra chi arriva e chi custodisce il territorio ogni giorno. Il mondo oggi ha fame non solo di buon cibo, ma di relazioni autentiche. Ha bisogno di sentirsi parte di qualcosa. E la Calabria, con la sua accoglienza semplice e potente, permette esattamente questo.
Il riconoscimento UNESCO può quindi diventare una leva straordinaria per riaffermare il valore della Calabria nella mappa dell’eccellenza gastronomica italiana. Non come una realtà che rincorre modelli, ma come una terra che sa offrire qualcosa di irripetibile: un’esperienza di vita prima ancora che di gusto.
La Calabria non è ancora al centro del racconto globale, ma oggi più che mai merita di esserci. Lo merita per la sua cucina sincera, per i suoi riti quotidiani, per le persone che vivono il cibo come atto d’amore verso la terra e verso gli altri.
In un mondo che corre veloce, la Calabria resta uno dei pochi luoghi dove ci si può ancora fermare intorno a una tavola e riscoprire il senso più vero del mangiare insieme.
*Direttore Creativo e Marketing
Calabria Food Fest
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