di PAOLO CRISTOFARO
Una sentenza pubblicata dal Tar della Calabria, il 13 febbraio 2020, ha sbandierato l'ennesimo cartellino rosso per l'azienda che voleva costruire una discarica, per rifiuti speciali e non speciali, in località "Giammiglione", nel Comune di Crotone. Il Tar ha detto no, infatti, al ricorso presentato dalla "Maio Guglielmo S.r.l.", contro la Regione Calabria che, all'azienda, ha rigettato l'istanza di autorizzazione integrata ambientale.
La vicenda è iniziata nel lontano 2009. Il 30 luglio di quell'anno, infatti, la "Maio Guglielmo S.r.l." ha chiesto alla Regione Calabria il rilascio, previa valutazione d'impatto ambientale (VIA), dell'autorizzazione integrata ambientale (AIA) per realizzare, nella suddetta località, una discarica per rifiuti pericolosi e non pericolosi. "La domanda si basava sul presupposto che il piano regionale di gestione dei rifiuti [...] individuava un sito idoneo in predetta località." Il 31 marzo 2010, tuttavia, la Regione si è determinata negativamente a tal proposito, dopo il parere negativo della Provincia, del Comune e dell'ASP di Crotone. Tutto ciò non è stato che l'inizio di una complessa vicenda passata per vie legali.
Con sentenza del 28 marzo 2011, infatti, il Tar ha annullato il decreto regionale. L'iniziativa è ripartita, ma il 1° agosto 2011, nuovamente, la Regione Calabria si era espressa negativamente e, di nuovo, il Tar - con sentenza dell'8 ottobre 2012 - aveva annullato la nuova decisione per "difetto di motivazione". Lo stesso Tar sottolinea che "l'impugnato provvedimento non si era adeguatamente soffermato ad esplicitare le ragioni" e che "non emergono adeguate esplicitazioni circa le ragioni per le quali si è ritenuto di esprimere contrario avviso". L'appello della Regione era stato respinto poi anche dal Consiglio di Stato. Forte della sentenza, la "Maio Guglielmo S.r.l." ha quindi "proposto azione di ottemperanza volta ad ottenere il provvedimento favorevole di compatibilità ambientale". Il 27 aprile 2015, però, sempre il Tar rigetta l'istanza dei privati - il Consiglio di Stato fa la medesima cosa il 23 giugno 2016 - poiché "dalla sentenza [...] non scaturisce affatto l'obbligo conformativo di autorizzare la realizzazione della discarica". Il 22 marzo 2016 il Tribunale dichiara cessata la materia del contendere.
Il ricorso (414/2016) ora rigettato, presentato dall'azienda al Tar - dopo una serie di altre dispute tecniche, finite persino sul tavolo della Corte Costituzionale, che pure aveva valutato l'infondatezza della questione posta dai privati (11 luglio 2018) - era volto principalmente a bloccare la sospensiva regionale nei confronti dell'istanza di valutazione ambientale integrata per la realizzazione della discarica che era stata nuovamente inoltrata all'Ente regionale. In conclusione, rimane vigente la sospensione decisa dalla Regione nei confronti dell'istanza della "Maio Guglielmo S.r.l", soprattutto alla luce delle evoluzioni politiche e organizzative legate al complesso quadro gestionale dei rifiuti in Calabria.
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