La legalità mutilata e il "modello" taniche di benzina. La guerra inutile fra idonei e precari

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images La legalità mutilata e il "modello" taniche di benzina. La guerra inutile fra idonei e precari

  30 ottobre 2019 20:08

di GABRIELE RUBINO

Gioiscono, legittimamente, i precari sfiniti dopo settimane di protesta per tenersi stretto il proprio posto di lavoro. Un sollievo momentaneo per dei lavoratori che per anni hanno prestato servizio nell'ospedale "Pugliese-Ciaccio" e che durerà fino alla fine di dicembre, ma che è costato un carissimo prezzo: la legalità mutilata. Intanto perché una vertenza lavorativa stava diventando un fattaccio di cronaca: taniche di benzina in un edificio pubblico senza che nessuno si scandalizzasse. La tecnica del “cherosene con minaccia di mettere fuoco” evidentemente ha persuaso gli uomini delle istituzioni che l'hanno tollerata. Su tutti, l’ex generale dei carabinieri e attuale commissario della Sanità, Saverio Cotticelli, che ci ha messo la faccia e poi la firma su condotte e poi atti che derogano ad una legge nazionale.

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COSA AVREBBE SBAGLIATO MANTELLA?- Cotticelli dapprima ha “invitato” il direttore generale facente funzioni, Antonio Mantella, a farsi da parte. Come se il problema che non consentiva ai precari (Oss, ostetriche ed infermieri) di restare fra i reparti del principale ospedale dell’area centrale della Calabria fosse Mantella stesso e non che, banalmente, esistono delle norme nazionali che sanciscono che la durata massima dei rapporti di lavoro a tempo determinato è di 48 mesi (36+12). Cosa ha sbagliato Mantella? Forse a chiedere il rispetto del criterio di legalità? Eppure, i calabresi del commissario, nominato dai campioni dell’onestà e legalità Cinque Stelle, non si ricordano particolari prodezze in quello che dovrebbe essere il suo compito istituzionale, cioè la riorganizzazione sanitaria nell’alveo dell’attuazione del Piano di Rientro, ma appunto ripetitive dichiarazioni sul fatto di “essere il garante della legalità”. Oggi ha rimosso Mantella nominando Vittorio Prejanò come soggetto attuatore (non si capisce per attuare cosa) e poi ha firmato l’atto che gli stessi uffici amministrativi del "Pugliese" non avevano voluto nemmeno istruire. Nel verbale della riunione, a cui ha partecipato anche il sindaco Abramo, che sarà tramutato in un provvedimento del soggetto attuatore c’è scritto che verrà costituito “un rapporto di lavoro a tempo determinato per un periodo di due mesi del personale già cessato dal servizio a far data dal 30-08-2019”. Si torna indietro quindi, facendo forse di più della legge regionale "salva-precari" che lo stesso Cotticelli aveva definito due settimane fa, sotto la Prefettura di Catanzaro, "incostituzionale". 

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NON È UNA GUERRA FRA POVERI, CI SAREBBE SPAZIO SIA PER I PRECARI E SIA PER GLI IDONEI- Attenzione, non è una questione di parteggiare per gli idonei delle graduatorie (che peraltro in questo momento al Pugliese non potrebbero essere assunti perché l’ultimo decreto di Cotticelli stesso non autorizza molte assunzioni prima decise dal suo predecessore, Massimo Scura), ma di visione complessiva. Il commissario avrebbe dovuto battersi a Roma, nei ministeri (Mef, in primis) per avere più margini sul personale, che non è la vera ragione dei buchi di bilancio. Dall’inizio del Piano di Rientro il contingente regionale si è ridotto di 4 mila unità, negli ospedali c’è carenza e la Calabria è sotto il tetto massimo di spesa (2004 meno l'1,4%). Quindi volendo c’è spazio sia per gli idonei e sia per i precari. Ma le soluzioni vanno trovate nel rispetto delle regole, non girandosi dall’altra parte. Non facendo finta di nulla, come si sta facendo a Mater Domini, dove c’è lo stesso problema del Pugliese però è occultato. Molti dei precari dei due ospedali di Catanzaro arrivano dalla Fondazione Campanella, distribuiti appunto fra Pugliese e Mater Domini. E poi tutto questo per cosa? Per una proroga di due mesi che, inevitabilmente, alimenterà aspettative nei malcapitati precari (anni addietro raggirati dalla politica con una “facile assunzione”) “nella speranza di Speranza”. Il ministro della Salute dovrebbe convincere il Governo (ed in questo caso la Funzione Pubblica) a stabilizzare i precari della sanità calabrese. Almeno questa è la versione di Cotticelli. Sapendo quanto conta (poco) la Calabria a livello nazionale, il Parlamento dovrebbe scomodarsi per i precari della sanità calabrese modificando il Decreto Madia? Perché quando c’è stata la finestra adatta, ossia qualche mese fa con il Decreto Calabria, nessuno ha posto il problema?

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Il 31 dicembre non basteranno poche taniche di benzina. Da qualche altra parte in Italia vivono nella civiltà, nel 2019 la Calabria ancora non lo è.    

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