di ANDREA PERRELLI
“Nella tragica penombra del tramonto, mi rivolgo, quasi a sollevarmi il cuore, nella speranza che una croce vuota mi dia conforto.” Don Mazzolari
Lettera a Gesù
Caro Gesù,
dal Tabernacolo della Misericordia, sei uscito Divino Viandante nelle strade di questa Città.
I “Dormienti”, certamente sono stati lo sgabello del tuo Trono eucaristico, con profonda adorazione e silenziosa preghiera.
Volti, vivono in Dio racchiusi nel Volto Divino Ostensorio, veri nel dolore di quanti si sentono persi, nello strazio del cuore: “Il Signore, si fermerà e li ascolterà”. (Leone XIV, 11/6/2025)
Il cimitero, non sta sulla linea di paglia, ma è una linea di paglia, linea emorragica massiva e invasiva.
Sei passato benedicente, lanciando un invito che, diventa provocazione: provate a fare meglio, provate a realizzare. Provate ad essere determinati e determinanti, dei buoni servitori, se ne avete la forza e il coraggio, mettendovi in gioco, totalmente in gioco, per un'idea, giusta e santa. Lotto e torno sempre a lottare, con impegno, lucidità, volontà, in un Ostensorio: grave, preciso, concordante, che smentisce i turiferai, oltre ogni ragionevole dubbio: parole inefficienti, deboli, logore, sorrette da un ombrello processionale: allineati, eleganti senza anima, perfetti, ma senza identità, distinti, ma indistinti in una afonia che, né sostiene né protegge il nostro Camposanto, pilastro della Città, regola e misura della nobiltà della vita cittadina. I morti sono un movimento interiori di ricordi, nel ricordo in un Ostensorio carico di eterno. Bisogna darsi per gli altri. Il baricentro ignora i defunti. Quanti limiti, imperfezioni, nella storia della “Città dei Dormienti”. I cittadini ne traggano le dovute considerazioni. Quella terra benedetta di cui si parla, non è un sogno, né un incubo, ma un'amara realtà. “Non abbiate timore di fare delle scelte coraggiose” (Leone XIV, 17/06/2025), c,è di mezzo la Crescita umana della città. “Urge” avere capacità intuitiva e organizzativa: a viso aperto, siate credibili. A viso aperto, rassegnate le dimissioni!
Il motto dannunziano è sempre attuale: “Io ho quel che ho donato”?
E Dio, quel Dio che, in questa sera, si è lasciato accompagnare in processione, a muovere la storia, ma la storia siamo noi, noi siamo i tempi, credenti dentro la storia.
Il volto dei morti, tocca le corde del cuore e la loro brezza non conosce il tempo, accarezzandone la nostalgia dell'eternità.
E' sera Gesù.
Nella piazza non c'è più nessuno.
Sei rientrato in Chiesa. Nel Tuo Tabernacolo: “Gesù nascosto”, come amava chiamarti quel bimbo, quando ero parroco.
Santa notte, “Gesù nascosto”, con San Vitaliano, dalla Sua Cattedra, ricco di esempi e prodigo di insegnamenti: la Chiesa, nella Sua Dottrina Sociale, è sempre vicina ai suoi figli, con coraggio e azione, che devono renderci protagonisti in una cultura della verità e della giustizia, in quell'amore politico, in una visione antropologica e reale, che abbraccia “Qualcuno”, in Tutti.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736