La lunga battaglia dell'Osservatorio Nazionale Amianto: "La Marina Militare affonda"

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Ezio Bonanni, presidente dell'Osservatorio Nazionale sull'Amianto
  11 settembre 2020 19:59

Di seguito la pubblicazione della presidenza dell'Ona (Osservatorio nazionale amianto) sull'attuale situazione del personale della Marina esposto alla contaminazione e alle battaglie legali intraprese.

"Con l’entrata in vigore della Legge 257/92, l’utilizzo di amianto è stato vietato in Italia, a decorrere dal 1 aprile del 1993.

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Prima di questa legge l’amianto per le sue capacità ignifughe, fonoassorbenti ed isolanti è stato impiegato in diversi settori, tra cui: edilizia (favorendo la costruzione di numerose scuole, ospedali ed edifici pubblici), settore dei trasporti, con particolare attenzione al trasporto ferroviario, e nel settore delle Forze Armate, come dimostrato in più occasioni nei ritrovamenti di amianto nelle basi a terra nelle unità navali della Marina Militare.

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Nello specifico nel mondo della Marina Militare, le stesse attività di manutenzione, sia in mare che a terra, prevedevano la scoibentazione e/o la rimozione di materiali di amianto. Soprattutto per quanto riguarda le attività di sottocoperta, che venivano svolte al chiuso e in ambienti ristretti privi di ricambio d’aria. Il problema delle esposizioni professionali all’amianto del personale civile e militare della Marina Militare e di tutte le forze armate in generale, è stato reso pubblico e portato all’attenzione del Parlamento Italiano, grazie alla battaglia perpetuata dall’ONA e dal suo Presidente, avv. Ezio Bonanni.

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Lo stesso avvocato Bonanni che in data 06.12.2017 è stato audito dalla Commissione Parlamentare D’Inchiesta della Camera dei Deputati, ha denunciato  anche la mancata esecuzione delle numerose sentenze di condanna per esposizione ad uranio impoverito e a pratiche vaccinali errate, come per il caso del Sig. Lorenzo Motta.

La Relazione finale della Commissione Parlamentare d’Inchiesta della Camera dei Deputati del 07.02.2018 dipinge un quadro fosco della condizione di impiego dei nostri militari in Italia e nelle missioni all’estero. Solo per il mesotelioma, che è la classica patologia asbesto correlata, sono stati censiti fino al 2015, già 570 casi, quasi tutti ad esito infausto, cui si aggiungono quelli successivi, gli altri casi di patologie asbesto correlate e le centinaia di decessi causati dall’esposizioni a nano particelle dei proiettili all’uranio impoverito. Prima della Commissione Parlamentare D’Inchiesta, anche il Legislatore italiano si era attivato con la previsione normativa dell’art. 20 della L. 183/2010, prevedendo il riconoscimento dello status di vittima del dovere a tutti coloro che, sia imbarcati nelle unità navali e sia per il servizio a terra, hanno subito danni alla salute per le particolari condizioni operative ed ambientali del servizio espletato. Dopo alcune recenti condanne, il Ministero della Difesa ha stanziato ulteriori fondi per ultimare le bonifiche delle unità navale e delle basi arsenalizie, come disposto dalla Legge di Bilancio valida per il triennio 2020/2022.

Purtroppo l’amianto non è l’unico rischio a cui è stato esposto il personale della Marina Militare. Sono da considerare anche tutti i rischi annessi alle missioni in territori contaminati per l’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito. Fattori come proiettili contenenti nano particelle, onde ionizzanti e non ionizzanti, risultano altamente lesivi per la salute umana e hanno agito in sinergia anche con i contaminanti di alcuni vaccini. Vaccinazioni peraltro somministrate con dosi multiple poco prima della partenza in missione e senza alcuna verifica delle condizioni di salute del militare anche dopo la loro somministrazione. Questa condizione ha coinvolto anche i familiari, e pure coloro che hanno svolto servizio nelle basi, tra le quali quelle di La Spezia, Taranto, Augusta e La Maddalena.

Nella stessa relazione finale, si fa riferimento ai 1101 casi di patologie asbesto correlate segnalati alla Procura della Repubblica di Padova, per cui pendono diversi procedimenti penali. L’ONA è l’associazione che tutela le vittime dell’amianto e tutte le vittime del dovere nella Marina Militare. Per questi l’associazione ha costituito il Dipartimento di Tutela delle Vittime del Dovere, di cui fanno parte un pool di legali, tecnici e medici, tra i quali il Dott. Pasquale Montilla, oncologo che fornisce l’assistenza medica gratuita anche a coloro che non sono associati all’ONA. Infatti, l’associazione intende assistere tutte le vittime dell’amianto ed in particolare del mesotelioma, e il Dott. Pasquale Montilla è uno dei pilastri più importanti, e, oltre alla istituenda sede di Catanzaro, nel quale ci sarà il punto di assistenza per il sud Italia, è operativa anche la sede di Reggio Calabria, che assiste le vittime dello Stretto di Messina, coordinata dal Sig. Massimo Alampi, toccato dalla morte del padre per mesotelioma. Infatti, Alampi Letterio è deceduto proprio per mesotelioma per esposizione professionale ad amianto presso l’Omeca di Reggio Calabria, ed è per questo motivo che si vanno costituendo nuove sedi nel territorio calabro e siculo dello Stretto di Messina che si unisce all’attività di Lorenzo Motta, nella zona della Sicilia dell’Ovest, e quella di Calogero Vicario, che coordina l’ONA Sicilia, impegnata da 60 giorni, nello sciopero delle fame per sollecitare la bonifica del territorio dall’amianto, che invade ancora l’isola. L’ONA ha ottenuto significativi risultati con decine e decine di riconoscimenti in via amministrativa e giudiziaria, sia dello status di vittima del dovere, sia per quanto riguarda il diritto al risarcimento dei danni. L’attività prosegue, anche con istanze di giustizia alle competenti Magistrature in sede inquirente. Mentre l’impegno del Dipartimento di Tutela delle Vittima del dovere dell’ONA ONLUS, ha permesso di acquisire informazioni e di poter segnalare fatti e circostanze alla Procura della Repubblica di Padova, presso cui erano state incardinate le indagini per i primi decessi per malattie asbesto correlate.

Le battaglie dell’ONA e del suo Presidente hanno portato  eclatanti vittorie in sede giudiziaria, civile, penale ed amministrativa. Si ricordano prima di tutto i tre procedimenti penali che vedono imputati ed indagati gli alti Ufficiali della Marina Militare italiana, per le sospette morti per patologie asbesto correlate tra il personale impiegato nel servizio militare e civile. Il primo procedimento penale, così detto Marina I (proc. 2453/2019 R.G. App.), è a tutt’oggi pendente presso la Corte di Appello di Venezia, con prossima udienza prevista per il 30.10.2020 per la requisitoria del Procuratore Generale, dopo che la Cassazione ha annullato ben due assoluzioni, in precedenza formulate dalla Corte di Appello di Venezia. Mentre il secondo procedimento penale, conosciuto come Marina bis (proc. n. 2905/2019 R.G. App.), pende anch’esso in Corte di Appello di Venezia, che con accoglimento delle mie richieste, come difensore di parte civile e quelle del Procuratore Generale, ha disposto la rinnovazione del dibattimento, con nuovi accertamenti tecnico peritali e medico legali, che hanno avuto inizio il 04.09.2020, e verranno presentati alla Corte all’udienza del 14.01.2021. Nel terzo procedimento penale Marina Ter (proc. n. 15082/2013 R.G.N.R.), il Procuratore della Repubblica di Padova, Dott. Sergio Dini, ha formulato istanza di archiviazione, nonostante io e la mia associazione  - afferma  - avessimo segnalato centinaia di decessi per mesotelioma e per altre patologie asbesto correlate, di cui si fa menzione nella stessa relazione finale della Commissione Parlamentare di Inchiesta della Camera dei Deputati del 07.02.2018, e del dato epidemiologico riportato nel VI rapporto ReNaM di 570 casi di mesotelioma. Per questi motivi, abbiamo proposto l’istanza di avocazione, al Sig. Procuratore Generale, presso la Corte di Appello di Venezia, affinché intervenisse, come già si era verificato con riferimento all’impugnazione, anche agli effetti penali, della sentenza del Tribunale di Padova n. 68/2019, con la quale gli ammiragli erano stati assolti nel processo Marina Bis. In data 08.09.2020, il Sig. Procuratore Generale di Venezia, Dott. Antonio Mura e il Sostituto Procuratore Generale, Dott.ssa Paola Cameran, hanno comunicato il decreto di avocazione e allo stesso tempo hanno revocato “la richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero di data 11.11.2019.

Tra le diverse pronunce favorevoli ottenute contro il Ministero della Difesa, ci sono quelle per la liquidazione dell’assegno vitalizio, con l’importo di €500,00, come per le vittime del terrorismo, e allo stesso tempo il riconoscimento di queste prestazioni ai militari di leva (Tribunale di Roma, sezione lavoro, sentenza n. 185/2019), e ancora ai figli non a carico fiscale al momento della morte del congiunto. Questa è una delle battaglie più importanti sostenute dall’ONA, che lotta ormai da più di 10 anni contro queste discriminazioni, come ribadito nella sua audizione alla Prima Commissione (Affari Costituzionali) del Senato della Repubblica lo scorso 29.10.2019 (consulta gli atti in video ). Lo sportello on-line dell’ONA per la tutela medica e legale delle vittime dell’amianto in Marina Militare, cui si aggiunge il centro clinico diagnostico ONA di Catanzaro, con laboratorio di genetica molecolare e laboratorio analisi tossicologiche ambientali, diretto dal coordinatore Dott. Pasquale Montilla, componente del Comitato Tecnico Scientifico Nazionale dell’ONA".

L' Osservatorio Nazionale Amianto rappresenta molte delle vittime del dovere, ovvero di orfani di vittime del dovere, ed ha costituito uno specifico dipartimento con un servizio di assistenza medica e legale per la tutela di tutti i diritti delle vittime, le quali possono chiederne il supporto, sia attraverso lo sportello telematico https://www.osservatorioamianto.com/vittime-del-dovere/, che con il n. verde 800 034 294.

Per consultare le attività di assistenza dell’ONA è sufficiente rivolgersi all’associazione attraverso il notiziario dell’amianto: https://onanotiziarioamianto.it/assistenza-gratuita-vittime-amianto/

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