di FRANCESCA FROIO
Un nuovo importante percorso di crescita è ormai prossimo alle vite degli studenti che stanno per raggiungere la tanto attesa e desiderata maturità. Una maturità certamente diversa da come è sempre stata nell'immaginario collettivo. Niente abbracci, né canzoni intonate insieme ai propri compagni durante la corsa all'ultimo banco. Niente mani che si stringono forte l'una all'altra prima di sedersi su quella sedia che segna la fine di un percorso intenso e indimenticabile.
L'emergenza sanitaria ha modificato certamente molte cose, ma i sentimenti, quelli no. I legami nati e cresciuti su quei banchi e la voglia di continuare a camminare insieme verso il futuro niente e nessuno mai potrà intaccarli. Come scrive Brunella Rizzo, autrice del tema scelto per oggi, adesso è il momento di farsi forza e di pensare a come affrontare al meglio questo primo grande colloquio.
Sono circa due mesi che non sento il suono della campanella, la stessa campanella che suscita dentro ciascun ragazzo ansia mista a tanti sogni chiusi dentro ad un cassetto. Chissà se si realizzeranno mai quei sogni, mi chiedo spesso. Chissà come saremo e chi diventeremo. Chissà se avremo la stessa sfacciataggine nel dire le cose. Chissà se saremo così emotivi e sensibili quando ci criticheranno.
La cosa certa è che in qualche maniera ne usciremo, sicuramente con qualche "pelo" in più e con un modo differente di percepire la realtà.Scrivo ciò che passa alla mente, con le cuffiette alle orecchie e in sottofondo "notte prima degli esami", canzone che probabilmente non avremo la fortuna di cantare mano nella mano davanti al cancello della nostra scuola.
Scende sul mio viso una lacrima che è manifesto di tutte le emozioni che ho provato nel percorso fatto, per me in realtà durato ben sei anni.Se qualcuno mi chiedesse, però, se ne è valsa la pena, risponderei cento volte "Sì" , perchè proprio in mezzo quei banchi ho pianto, ho riso, ho avuto la possibilità di incontrare persone che hanno fatto parte della mia vita per poco tempo, ma che sono state comunque fondamentali.
Quelle che sono le mie migliori amiche, le migliori confidenti quando le certezze sembrano crollare. Quelle che proprio come me sanno che "la matematica non sarà mai il loro mestiere".
Ma un'altra cosa di cui sono certa è che se sono riuscita a superare tanti ostacoli e ad arrivare in Quinta Liceo con una consapevolezza diversa è grazie ai professori, quelli che amano il proprio lavoro, quelli che mettono al primo posto l' umanità, ed anche quelli che sembrano tanto severi ma che lo fanno solo per il bene dei propri alunni.
Nessuno si aspettava una maturità così, preferivamo senza alcun dubbio i gavettoni post-esame, ma è il momento di farsi forza e di pensare a come affrontare al meglio il nostro ultimo colloquio da liceali, con la consapevolezza che quello non segni una fine, ma l' inizio di un percorso di crescita, durante il quale però, come diceva anche Pascoli, non dobbiamo dimenticare il dolce e umile bambino che è dentro ognuno di noi.
Grazie ad esso riusciremo a stupirci anche delle piccole cose.
Brunella Rizzo 5C IIS “Fermi”
Liceo delle Scienze Umane
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